"CHAMPIONS, SEI MIA" - Decidere una finale di Champions non capita a tutti. E neppure di cambiare idea all'ultimo su come tirare...: “Segnare in finale di Champions e deciderla è un sogno, qualcosa che ti catapulta all’improvviso nella storia. So che il mio ruolo è essere determinante a centrocampo, non segnare, ma è toccato a me e mi sento un privilegiato. Ripenso ancora ai gol che ho visto dalla tv, quello di Zidane in Champions a Glasgow (2002 contro il Bayer Leverkusen, ndr) o quello di Iniesta a Johannesburg (2010, finale dei Mondiali contro l’Olanda, ndr). Questa volta è toccato a me. La finale contro l’Inter era molto equilibrata, quando ho visto arrivare il pallone ho pensato di colpire forte: 'Guarda, attacca la palla e basta'. Alla fine però è andata diversamente, avevo qualche secondo e ho cambiato idea all'ultimo, pensando di piazzarla. Quella notte abbiamo coronato il nostro sogno”.
OBIETTIVO EURO 2024 - Vinto un trofeo, si pensa... al prossimo. Rodri punta il bis in Champions e l'Europeo con la Spagna, della quale è uno dei leader: "Sono nel mezzo della carriera, voglio continuare a vincere e a migliorare. Credo di avere ampi margini di miglioramento. Spero di ripetere quanto fatto con il City, Haaland lo ha detto: 'Se lo abbiamo fatto una volta, possiamo rifarlo'. E poi ci sarà l’Europeo. C’arrivo nel mio miglior momento. Siamo consapevoli di non essere favoriti e di aver fallito negli ultimi grandi tornei, ma anche che possiamo fare cose importanti. Se saremo umili potremo andare lontano".
FENOMENO HAALAND - Poi un retroscena sulla crescita non solo tecnica di Erling Haaland: “L’istinto del gol non è cambiato, ma chi lo conosce da prima e lo vede adesso vede che è cambiato nel modo di occupare gli spazi e nel sapere cosa fare. All'inizio Erling era molto ansioso, sapeva che siamo una squadra che controlla il gioco e che non avrebbe partecipato tanto alla manovra. Oggi è maturato, è molto più positivo ed è cresciuto anche tatticamente".
IL NUOVO RODRI - Infine un curioso particolare sulla propria evoluzione fisica: "Da quando sono in Inghilterra ho preso 10 chili, ma è stato inevitabile perché la Premier è un campionato più fisico. Si gioca di più e le tante partite sviluppano la muscolatura. È successo anche a Pau Torres. Nel Villarreal era magro come me, ora che è all’Aston Villa sta guadagnando volume”.
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