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De Laurentiis sulle tv: “Sky chiude in Germania e sta per chiudere in Italia”

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Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli al Merger & Acquisition Summit del Sole 24 Ore e 4cLegal ha parlato delle pay tv

Redazione ITASportPress

Aurelio De Laurentiis, Presidente del Napoli al Merger & Acquisition Summit del Sole 24 Ore e 4cLegal, a Milano presso la sede di Assolombarda, è un fiume in piena. Dopo aver parlato di stadi e di tifosi è toccato anche al mondo della tv

Le pay-tv e la necessità di valorizzare il prodotto Serie A

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«Dicevo ai colleghi, perché dobbiamo andare da Sky, perché anche lì cosa ci capiscono, loro nascono col cinema e non col calcio. Sono giovani, stanno chiudendo in Germania e stanno per chiudere in Italia, il nostro AD dice perché non la compriamo noi per un miliardo? Perché fanno cose diverse. Se mi interessa un fondo che mi fa lo stadio? No, me lo faccio da solo, se mi deve dare redditività deve essere attivo 365 giorni l’anno. C’è questo bisticcio che tra sindaci e sovrintendenze. Siamo il Paese più bello ma più ingessato del mondo».

E ancora sulla necessità di valorizzare il prodotto: «Sulla governance in Lega siamo scarsi perché ci mancano persone preparate per farlo. Ma le persone preparate per farlo le devi scegliere dopo che hai fatto un programma. Devi dire cosa vuoi ottenere per primo: vuoi licenziare i diritti ai tifosi nel mondo intero? Come lo faccio? Quanto posso incassare, magari 3 miliardi invece di 1,5? Per farlo chi devo mettere all’opera? Il problema grosso di cui nessuno mai parla è la pirateria. Finalmente adesso sembrerebbe che a maggio esca questa nuova legge contro la pirateria -riporta calcioefinanza.it-. Noi avevamo 4,2 milioni abbonati tra Mediaset Premium e sky. Oggi tra DAZNTIM e Sky appena a 1,9 milioni abbonati, ne abbiamo persi 2,3 per strada che in termini di fatturato sono tanti. Come si recupera? Mettendo un tappo: legge anti-pirateria, è la prima cosa. Puoi mettere tutti i manager più bravi, ma i fondi quando vedono che non c’è trippa per gatti scappano».

Poi, un pensiero sugli stadi: «Siamo indietro anni luce rispetto a Inghilterra e altre nazioni. Ma il problema degli stadi, dispiace doverlo dire, è che siamo il Paese in qualche modo più bello del mondo e poi siamo quello più violento con mafia, ‘ndrangheta e camorra. Questo non aiuta. Quando diciamo dobbiamo rifare gli stadi, li dobbiamo fare per chi? Se dobbiamo rifarli per farceli distruggere, è inutile. Se non mettiamo un freno».

«Poi c’è un’altra stortura, ieri al Coni c’era un signore di Firenze che illustrava facilità con cui si costruiscono gli stadi. Fenucci accanto a me stava impazzendo. Questo è il Paese della Corte dei Conti e delle sovrintendenze, ma il calcio oggi dovrebbe avere il via libera, il Comune che non mette soldi negli stadi da anni dovrebbe cederli dando anche le autorizzazioni. Poi cosa viene fuori, puoi fare di tutto e di più meno che il residenziale», ha proseguito ancora il proprietario del Napoli.

E ancora, una battuta sulle regole del calcio: «Anche il gioco del calcio andrebbe rivisitato. Intervallo di 15’, i ragazzi che stanno a casa riprendono dopo l’intervallo. Io non credo. Li stiamo perdendo tutti, continuiamo a fare la televisione che apparteneva al mondo del calcio di 50, 30 anni fa. Se non saniamo il problema dei violenti, che non sono tifosi, c’è una frangia delinquenziale che va eliminata con decreto legge immediato. Mi incontrerò con Piantedosi per un confronto: se non risolviamo problema al calcio possiamo dire

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