Nel suo destino il Milan: “L’ho sempre seguito: con le giovanili ero stato in Italia, avevo visto alcune partite del grande Milan, l’ho amato subito perchè è una grande squadra fatta di grandi giocatori e grandi persone ma soprattutto per me è stato uno famiglia”. Fra i momenti topici della sua carriera in rossonero la vittoria della Champions a Manchester contro la Juventus. Di Andriy Shevchenko il rigore della vittoria: “Sapevo che tiravo il rigore decisivo, cercavo di bloccare le emozioni, pensavo a come tirare, guardavo Buffon, mi sono preso un po’ di tempo per decidere dove tirare e in quel momento è importante stare calmi e sono riuscito a fare gol. Nelle statistiche di goleador il rigore di Manchester non rientra ma è il mio miglior goal perchè rappresenta un sogno, ho scritto una pagina nella storia del Milan, è sempre stato il mio desiderio e puoi farlo solo se vinci la Champions”.
Shevchenko ha anche ricordato alcuni degli avversari che ha affrontato in campo come nel caso di Totti, “La sua lealtà alla Roma è incredibile. Grande calciatore e grande persona” ha detto Sheva e di Alessandro Del Piero “Un genio. Non avendo tanta potenza fisica, punta sull’ eleganza, vedeva benissimo il campo, giocatore di grande qualità”. Gustosa la battuta sul Cordoba dell’Inter: “Quando lo incontravo era impressionate, fortissimo, un ragazzo dolce che. anche quando ti picchiava, ti chiedeva scusa”.
Andriy Shevchenko è passato da essere capitano della nazionale Ucraina al ruolo di consigliere indipendente del presidente Volodymyr Zelens'kyj: “Il ruolo che ho ora è quello di rappresentare il mio Paese in modo diverso rispetto a quando ero giocatore o allenatore. E’ difficile raccontare la guerra, le storie della gente che sono state rovinate, che hanno perso tutto, dei bambini rapiti o uccisi. Quando è scoppiata la guerra ho avuto una grande paura prima per la mia famiglia e i miei amici, poi di perdere il mio Paese. Pensavo che l’Ucraina non ci sarebbe più stata e sono ora orgoglioso della mia gente che combatte e resiste per vivere insieme il nostro futuro”. Fra i suoi obiettivi quello di ricostruire il piccolo campo da calcio di Bucha sfigurato dalle bombe russe: “Ci giocavo quando ero bambino - ha raccontato commosso Sheva invitando tutti a sostenere la lotta del suo popolo - ed ora ho promesso di rifarlo come un tempo per permettere ai bambini di giocare a pallone e di avere un futuro normale”.
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