"Ringrazio il presidente Tacopina ancora una volta per la fiducia dimostrata, - ha concluso il direttore tecnico spallino - perché ancora una volta le scelte fatte assieme al direttore generale Di Taranto sono state fatte in totale autonomia e di cui ci assumiamo le responsabilità e mi riferisco sia all’esonero che alla scelta del nuovo allenatore."
"Prima di tutto mi associo alle parole dei direttori su Mister Di Carlo, - ha esordito il nuovo tecnico spallino, Leonardo Colucci - persona che conosco e so quanto è difficile un esonero, sia per chi lo attua che per chi lo subisce. Ringrazio anche il presidente che mi ha affidato la squadra, una cosa non banale, la responsabilità è tanta soprattutto perché la squadra di cui si sta parlando è la SPAL. Per quanto riguarda la squadra l’ho trovata bene, i ragazzi hanno sofferto questa situazione ma questo è normale e, anzi, positivo perché vuol dire che hanno un’anima. Ho fatto due allenamenti, è una squadra che come tutte sta giocando ogni tre giorni e quindi in questo momento devo fare attenzione a non fare danni. È una squadra composta da tanti giovani, motivo per cui bisogna dare certezze, poche indicazioni ma chiare per non fare confusione."
"Per quanto riguarda il modulo di gioco che prediligo posso dire che sono un allenatore che si adatta alle caratteristiche tecniche dei giocatori che ha disposizione. Il giocatore lo metto davanti all’allenatore. All’inizio ripeto non bisogna fare danni, ma bisogna valutare ed osservare: ci sono tanti giovani bravi ed importanti che vanno sostenuti. Avendo fatto il settore giovanile so che l’errore passa dall’apprendimento e bisogna dargli tempo, anche se il presente non esiste perché è già passato. Il sistema di gioco non è statico e può variare, ma l’importante è avere le idee chiare sia quando si ha la palla sia quando non ce l’hai, bisogna riconoscersi in campo, avere il vantaggio delle idee."
"La pressione c’è sempre, anche in terza categoria, - ha proseguito l'allenatore biancazzurro - non c’è una piazza dove non c’è la pressione perché in Italia interessa solo il risultato, non interessa come vinci o come perdi e dobbiamo provare a cambiare anche questa cultura. La SPAL la conosco, so la sua storia, so dove sono e questo mi affascina, poi bisogna vincere e ne sono consapevole. Alleno per passione, per voglia e per missione. Bisogna lavorare forte anche sui particolari e le sfumature. Devi andare forte, non mi interessa il giocatore che sbaglia mi dà noia chi si ferma quindi cercherò di lavorare su questo."
"In Italia bisogna capire cosa significa vincere perché sappiamo che se arrivi secondo sei un fallito, ma faccio un esempio: se l’obiettivo era di portare la macchina a 120 Km/h e arrivi a 110, io come allenatore ho vinto perché ho fatto crescere i giocatori facendoli andare più forti. In passato ho commesso degli errori, ma ho dato sempre grande passione e voglia e ho sempre detto a tutti i miei ragazzi che si vuole essere ricordati per il nome dietro la maglia, devi giocare per il logo davanti. Se noi faremo questo a Ferrara, dove i giocatori che danno il massimo sono riconosciuti, allora noi vinciamo sempre aldilà del risultato che è comunque importante."
"Ho fatto per 4 anni il girone B della Serie C, la verità è che quest’anno ci sono tante squadre attrezzate per fare un campionato di vertice importante a differenza delle mie esperienze precedenti. Il girone B quest’anno è il più difficile e per questo dobbiamo prepararci soprattutto mentalmente ad affrontare questo campionato, che è tosto e difficile perché noi siamo la SPAL e all’avversario la motivazione viene facile. Ci aspettano tutti al varco e siamo noi con grande umiltà a dover preparare le partite al 120% perché al 110% si fa fatica, ma al 120% ce la giochiamo. Non esiste una partita che si vince facile."
"L’aspetto mentale è fondamentale, - ha concluso mister Leonardo Colucci - non bisogna aver paura quando si ha la palla e i ragazzi devono giocarla con serenità. La colpa da ieri è solo mia. Non devono entrare in campo contratti, ma devono giocare la partita e non farsi giocare dalla partita.
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