Non è certo un momento felice per l'ex calciatore anche del Milan Robinho. Solamente poche settimane fa si era parlato del suo ritorno al Santos e della voglia di fare bene del brasiliano, disposto ad un ingaggio davvero basso pur di "tornare a casa". Peccato che tutto sia saltato a causa della sentenza della giustizia italiana che ha condannato l'attaccante a nove anni per violenza sessuale avvenuta nel 2013.
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Robinho, il ministro Damares Alves non fa sconti: “Gli stupratori devono andare in carcere subito”
Il brasiliano si è difeso ma in Brasile non hanno intenzione di fare sconti
Il club brasiliano ha infatti deciso di sospendere il contratto del verdeoro del quale, ancora adesso, si parla con grande enfasi. A farlo è stata Damares Alves, ministro dei diritti umani, della famiglia e delle donne che come riporta Globoesperote non vuole più sentire parlare di Robinho per il qualche chiede unicamente una cosa: la prigione.
Robinho, la richiesta del ministro è la prigione
Nonostante il giocatore si sia professato innocente, secondo Damares Alves le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche del giocatore, diffuse la scorsa settimana non lasciano dubbi sul caso. "Prigione, subito. Non ho altre parole da aggiungere. So che c'è ancora un appello, ma adesso c'è anche un audio. Di cosa abbiamo bisogno ancora? Prigione. Nessuno stupratore può essere applaudito", ha aggiunto facendo riferimento al fatto che Robinho voglia tornare a giocare a pallone.
E ancora molto duramente: "So che c'è ancora un appello, ma penso che sia tutto molto chiaro. Vedendo le trascrizioni di ciò che è avvenuto mi ha provocato nausea e voglia di vomitare. È stato molto brutto aver letto quello che ho letto, soprattutto da un calciatore come lui. Parliamo di un crimine e l'aggressore non merita alcuna considerazione. Non dobbiamo fare alcuna concessione solo perché è un giocatore. Deve scontare la sua pena, lì o qui, immediatamente".
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