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Rummenigge: “Mancini in Arabia Saudita? Non ho capito. Sono stupito”

Rummenigge: “Mancini in Arabia Saudita? Non ho capito. Sono stupito” - immagine 1
Karl-Heinz Rummenigge, simbolo del Bayern Monaco, bomber dell'Inter negli anni Ottanta, è diretto
Redazione ITASportPress

Al Festival dello Sport di Trento Karl-Heinz Rummenigge, due volte Pallone d'oro, nel 1980 e nel 1981, campione d'Europa con l'allora Germania Ovest nel 1980, sollecitato da Pierfrancesco Archetti della Gazzetta dello Sport sulla decisione dell'ormai ex Commissario tecnico dell'Italia Roberto Mancini di andare ad allenare l'Arabia Saudita afferma: “Posso capire, invece, che giocatori di oltre trent'anni, che stanno andando verso la fine della carriera, vadano in Arabia Saudita perché possono guadagnare molti soldi”. Inoltre, riguardo al calcio europeo ha sottolineato che “molte squadre spendono troppo per la campagna acquisti ed è importante stabilire dei tetti di spesa, anche se è difficile”. In precedenza, Rummenigge ha ricordato gli anni milanesi con la maglia dell'Inter, dal 1984 al 1987. “Non ho mai capito come, con quella squadra, ricordiamoci che facevo coppia con Alessandro Altobelli, campione del mondo in Spagna, – ha riflettuto – non siamo riusciti a vincere lo scudetto”. C'è spazio anche per gli aneddoti nella chiacchierata con il giornalista della Rosa. Il tedesco ricorda che quando arrivò in Italia si vestì elegante, ma con i calzini corti e bianchi. “Franco Causio se ne accorse – ricorda sorridendo – e mi portò da un suo amico in un negozio. Da allora, indosso solo calze di seta lunghe”. Rummenigge era sugli spalti di Istanbul quando nei mesi scorsi l'Inter ha affrontato, in finale di Champions, il Manchester City di Pep Guardiola, perdendo la partita. “Capita che una partita possa andare male – ha detto – Se l'Inter andava ai supplementari poteva vincere quella partita perché a un certo punto ho visto il City del mio amico Guardiola in difficoltà”. Sui neroazzurri di quest'anno il Kaiser ha affermato che “è una squadra che funziona e spero che vinca lo scudetto. E' una questione anche di testa. L'Inter ha un gioco spettacolare. L'importante è concentrarsi al 100% anche sulle partite che, sulla carta, sono facili”. L'ultimo pensiero è per l'Italia, in particolare per Milano. “Quando giocavo ho imparato la vostra lingua e la cultura. Milano mi piace, è una città elegante”.


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