ITA Sport Press
I migliori video scelti dal nostro canale

IL LUTTO

Calcio in lutto, è morto Carlo Mazzone

Calcio in lutto, è morto Carlo Mazzone - immagine 1
Il calcio italiano perde uno dei suoi allenatori più amati: a 86 anni è morto Carlo Mazzone
Redazione ITASportPress

A poche ore dall'inizio del campionato di Serie A 2023-'24 il calcio italiano è colpito da un grave lutto. All'età di 86 anni si è infatti spento Carlo Mazzone.

Il decano per eccellenza dei mister si è spento ad Ascoli, circondato dall'affetto dei propri famigliari.

Detentore del record di panchine in Serie A, ben 792, numero che sale a 797 considerando i cinque spareggi vissuti come allenatore, nel 2019 entrò a far parte della Hall of Fame del calcio italiano.


Nello stesso anno gli fu intitolata la tribuna Est dello Stadio Cino e Lillo Del Duca di Ascoli Piceno. La città marchigiana è stata quella che più di ogni altra ha segnato la carriera di Mazzone, che in bianconero ha giocato tra il 1960 e il '69 per poi iniziare ad allenare tra il 1969 e il '75 e poi tra il 1980 e il 1984, per poi tornare a viverci stabilmente nel 2006 dopo la fine della carriera da allenatore.

Il calcio italiano lo ricorderà durante il weekend della prima giornata della Serie A e della Serie B con un minuto di silenzio su tutti i campi. Triste coincidenza la scomparsa, avvenuta poche ore prima, di Tonino Zorzi, figura mitica tra i coach del basket italiano e corrispondente di Mazzone per longevità nel proprio sport.

Sono state ben 1084 le partite che Carlo Mazzone ha vissuto dalla panchina, tra il 1968 e il 2006. Il suo palmares è tutt'altro che abbondante, comprendendo "solo" un torneo Intertoto alla guida del Bologna (1998), un campionato di Serie C e uno di B con l'Ascoli (1972 e 1974) e uno di B con il Lecce (1988). Ma mai come nel caso di "Sor Carletto" si può dire che il successo di una carriera non si misura dal numero dei titoli conquistati, senza contare che molte delle salvezze conquistate da Mazzone alla guida di piccole formazioni di Serie A equivalsero a veri e propri scudetti.

Grazie alla propria genuinità e spontaneità, infatti, Mazzone è riuscito a farsi immediatamente amare da ogni tifoseria. Dodici i club da lui diretti, tre dei quali a più riprese: oltre all'Ascoli, anche Cagliari e Bologna hanno avuto Mazzone come allenatore in periodi differenti. Due per i sardi, addirittura tre per i rossoblù. Appena quattro gli esoneri, solo due le retrocessioni, sempre al termine di spareggi, proprio con il Cagliari ('97) e con il Bologna (2005).

Numeri che parlano da soli. Mazzone non è stato solo grinta e passione, ma anche sagacia tattica e capacità di capire in anticipo il talento dei campioni. Come accadde alla Fiorentina con un giovane Giancarlo Antognoni e alla Roma con Francesco Totti, che proprio sotto la gestione di Mazzone iniziò a frequentare stabilmente la prima squadra nel 1993 dopo l'esordio nella stagione precedente con Vujadin Boskov in panchina. Ma come accadde anche con Andrea Pirlo, reinventato regista da Mazzone a Brescia nel 2001 dopo una prima parte di carriera da fantasista inespresso. Una svolta decisiva per colui che sarebbe diventato uno dei play più forti della storia del calcio mondiale.

Tra i tanti risultati ottenuti spiccano il 3° posto con la Fiorentina nel 1977, il 9° con il Catanzaro due anni dopo, le quattro salvezze consecutive con l'Ascoli in A tra il 1981 e il 1984, le due con il Lecce (1989 e '90), ma anche il 6° posto con il Cagliari nel 1993 con conseguente qualificazione per la Coppa Uefa.

Un capitolo a parte lo meritano le avventure con la "sua" Roma e con il Brescia. Mazzone approdò sulla panchina del club giallorosso, da sempre la sua squadra del cuore, nel 1993, restandovi per tre stagioni. Un settimo e due quinti posti, con organici non eccezionali, rappresentarono risultati eccellenti, anche se nel cuore dei tifosi Mazzone è rimasto soprattutto per lo storico 3-0 nel derby contro la Lazio il 27 novembre 1994, festeggiato da una leggendaria corsa sotto la Sud.

Un'altra corsa sotto una curva, ma di ben altro tenore, è invece legata all'ultima impresa sportiva della carriera di Mazzone che tra il 2000 e il 2002 allenò il Brescia nel triennio migliore della storia delle Rondinelle. Il Brescia di Roberto Baggio, Luca Toni e Pep Guardiola, oltre che dello stesso Pirlo, tutti rimasti attaccatissimi a un allenatore che seppe valorizzare il loro talento crepuscolare portando la squadra ad una storica qualificazione alla Coppa Intertoto, con tanto di finale persa contro il Paris Saint-Germain. Il 30 settembre 2001, durante il sentitissimo derby contro l'Atalanta, Mazzone non seppe resistere alla rabbia reagendo agli insulti rivolti dalla curva nerazzurra alla famiglia del tecnico con quella memorabile corsa sotto la curva dei tifosi ospiti poco dopo che Baggio aveva siglato il 3-3 definitivo e la propria tripletta per la rimonta delle Rondinelle da 1-3.

Quell'immagine di Mazzone, trattenuto invano da un dirigente del Brescia, è entrata nella storia. Ma la carriera di Sor Carletto è stata molto di più.

Calcio in lutto, è morto Carlo Mazzone- immagine 2

tutte le notizie di

Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo del calcio senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Itasportpress per scoprire tutte le news di giornata.