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Esclusiva

Intervista a Accardi: “Il Milan prenderà Lukaku ma lo Scudetto lo vince l’Inter”

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Le parole del procuratore sportivo a Itasportpress scuotono il mercato
Redazione ITASportPress

Il calciomercato e i primi verdetti in base alla giornata di Serie A da poco conclusasi. Beppe Accardi, procuratore sportivo ha detto la sua a Itasportpress.it.

Il roboante mercato del Milan è terminato o i rossoneri potrebbero ancora prendere qualcuno?

“Quella del Milan è stata pre-tattica: hanno preso tutti, tranne l’urgenza più incombente che avevano, ossia la prima punta. In questo modo, sono arrivati a fine mercato e possono cogliere l’occasione migliore che si presenta, con le altre ferme…”.


Anche Lukaku, che ormai pare non volere più nessuno?

“Per me è proprio lui l’obiettivo del Milan e sarà un fine mercato infuocatissimo per prenderlo. Vedrete”.

Lukaku richiama automaticamente l’Inter. A suo avviso i nerazzurri sono eccessivamente rimasti con il cerino in mano?

“Non sono per nulla d’accordo con questa analisi. Anzi: secondo me all’Inter va fatto solo un plauso per il mercato che ha fatto. Spese oculate e calciatori di talento in prospettiva, ma anche nel presente. Carlos Augusto e Frattesi sono due che ti spostano gli equilibri”.

I rossoneri invece?

“Dispongono di un’enorme qualità, ma bisogna vedere, sul lungo termine, come si amalgamerà il tutto. Il Milan ha fatto una rivoluzione: come tutti i grandi cambiamenti, bisogna attendere per giudicare”.

Chi si contenderà lo scudetto?

“A me, tra tutte, l’Inter è sembrata la squadra più ordinata, con meno lacune. Sullo stesso gradino ci metto il Napoli, che ha - per certi aspetti - influenzato tutti gli altri club sul mercato…”.

In che senso?

“Nel senso che, per competere con i colossi arabi, devi necessariamente inventarti altri modelli sostenibili economicamente. Puoi per esempio vincere lo stesso, blindando buoni giocatori a condizioni contrattuali a te convenienti. Ormai le bandiere non esistono più. Alla prima offerta i calciatori vacillano. Devi saper tutelarti contrattualmente”.

Ha fatto riferimento alle condizioni contrattuali rigide di De Laurentiis e non si può non citare la recente nuova investitura di Spalletti. Dal suo punto di vista la FIGC ha puntato sul ct giusto?

“Non lo discuto come allenatore, sennò sarei un pazzo: quello che ha fatto vedere con il Napoli è stato strepitoso. Però Spalletti è un allenatore di campo, ha bisogno della quotidianità. Dovrà essere abile nel calarsi in questo nuovo ruolo, in cui dovrà più assistere alle partite piuttosto che disputarne settimanalmente. Però in una situazione emergenziale come quella in cui ci siamo trovati, non poteva dire di no”.

Restiamo in tema nazionale. A suo avviso Retegui è eccessivamente esaltato dai media?

“Secondo me in Italia siamo tutti bravi a esaltare subito a priori i calciatori, poi - alla prima difficoltà - li distruggiamo. Credo che Retegui sia interessante come prospetto, ma deve ancora dimostrare il suo reale valore. Non avventuriamoci in verdetti definitivi adesso”.

La convince il progetto Samp con Pirlo e Legrottaglie?

“Almeno, in un caso più unico che raro, abbiamo assistito a una società che ha puntato su gente di calcio come loro due e non su presunti esperti in materia. La bacchetta magica non esiste, però io penso che con Pirlo la Samp può subito risalire in Serie A. La piazza ha grande ambizione e, da tempo, non puntava su nomi altisonanti nei ruoli opportuni: chi sa di calcio deve operare, chi no non occuparsene proprio”.

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