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Juventus, Cobolli Gigli: “Agnelli? Superlega e divorzio Marotta gravi errori. Del Piero subito…”

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L'ex presidente in esclusiva a Itasportpress ha detto la sua sulla gestione Agnelli

Riguardo al futuro societario in casa Juve, la redazione di ItaSportPress.It ha contattato telefonicamente in esclusiva Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente del club bianconero.

Manterrebbe il medesimo assetto societario o apporterebbe cambiamenti?

“Io conosco il presidente Ferrero e so che è un dirigente validissimo. Sono anche stato molto soddisfatto del reintegro di Calvo, altro dirigente di esperienza e dal curriculum importante. Non vedo che cosa si debba cambiare sotto l’aspetto della gestione amministrativa e manageriale”.

Conosce personalmente Del Piero. Lo reintegrerebbe in società? 

“Per quello che ha dato e per l’affetto che io e tutto quanto il popolo bianconero abbiamo per lui, la risposta è assolutamente sì”.

In quali vesti, tuttavia? I tempi sono realmente maturi?

“Io gli affiderei tutta la gestione legata agli eventi sportivi e lo capitalizzerei come figura di rappresentanza del mondo Juve all’esterno. Ferrero a capo della parte amministrativa e Del Piero dell’Area Sport. Ma è una mia opinione personale e chiedo venga riportata in quanto tale”.

Comprese le occasioni delle assemblee di Lega, dove si parla più “politichese” e meno di calcio?

“Sì, anche nelle Assemblee di Lega. Ma poi guardate che Del Piero non è uno sprovveduto, è molto intelligente e visionario. Io, per esempio, mi recavo alle Assemblee con l’avvocato Briamonte e sapevamo bene che cosa dire e quali argomentazioni far valere”.

Ha avuto modo di vedere l’ultimo servizio di Report su Calcipoli? Creda possa aprire a nuovi scenari clamorosi?

“Questo è un tema di competenza di altri organi e non spetta a me esprimermi. Certo è che alcuni passaggi e alcune intercettazioni sono stati particolarmente interessanti. Forse, al tempo, si sarebbero potute condurre alcune fasi delle indagini in maniera più approfondita e il CONI avrebbe potuto agire con maggiore concretezza, ma questa è una mia riflessione spontanea e chiedo, pertanto, che venga riportata testualmente, utilizzando il modo verbale condizionale”.

Ha la percezione che l’attuale dirigenza della Juventus sia di “transizione” tra una fase storica e una immediatamente successiva, come accadde con Lei?

“Ripeto che, a mio giudizio, Ferrero è un dirigente di grande professionalità e esperienza per essere pensato come a una figura di transizione. Quanto a me - e chiedo sempre di utilizzare il condizionale - chissà: forse si era già deciso che, ad un certo punto, sarebbe dovuto arrivare Andrea Agnelli”.

Quali sono stati gli errori più macroscopici della sua presidenza? 

“Ha sicuramente peccato di arroganza con la vicenda Superlega. A livello comunicativo, il progetto è stato annunciato con un tempismo completamente sbagliato. Non puoi aderire a un progetto così, dal nulla, con un comunicato stampa alle undici di sera. Un top club non agisce così”.

Forse è stato “mandato avanti” da qualche altro presidente un po’ più “scafato” di lui…

“Questo non possiamo saperlo, è un’opinione personale. Se così fosse, vorrebbe dire che non è stato lui a essere altrettanto “scafato” nella circostanza”.

Per quali ragioni il suo ciclo è giunto a un epilogo così burrascoso, come la caduta di un grande impero?

“Io dò ad Agnelli grandi meriti sportivi, perché nove scudetti consecutivi sono difficili da vincere. Dopodichè, altra mia opinione personale, io penso che - finché c’è stato Marotta che lo consigliava - il tutto procedeva tranquillamente. Da quando c’è stata la rottura con l’attuale Ad dell’Inter per via della vicenda Ronaldo, chi è venuto dopo non lo ha evidentemente consigliato bene, come avrebbe dovuto. Ma Agnelli, in quel momento, non era più un giovane presidente alle prime armi, aveva già dieci anni di presidenza di Juventus alle spalle”.

Giovanni Cobolli Gigli