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Serie A

Napoli, ultras: “Sempre a sostegno anche in C ma a noi sbattuta porta in faccia”

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Il gruppo organizzato fa chiarezza dopo i fatti di ieri al Maradona

Redazione ITASportPress

Momenti di tensione in curva B a Napoli ieri durante il match dei partenopei contro il Milan. Rissa scoppiata tra ultrà che oggi hanno fatto chiarezza sull'accaduto. "Non siamo impazziti, veniamo da mesi di lotta con la societa' per riavere quello che abbiamo sempre dato a questa squadra da 30 anni. Oggi non possiamo piu' invitare i tifosi a entrare con tamburi e bandiere. La presidenza del Napoli non vuole striscioni. Avevamo preparato le coreografie, fino all'altro giorno avevamo chiesto di rivedere delle decisioni, ma niente e' cambiato. Nelle curve i gruppi organizzati non possono far entrare nulla".

Lo ha detto a Calcionapoli24.it Alessandro Cosentino, rappresentante dei gruppi ultras Fedayn della Curva B del Maradona, spiegando lo sciopero del tifo ieri al Maradona nel match contro il Milan, con cori delle due curve solo contro il presidente del club De Laurentiis. Cosentino sottolinea che al Maradona alle due curve "da mesi non ci permettono di far entrare nulla, non e' una regola dello stadio perche' le altre tifoserie entrano e fanno quello che vogliono. Noi siamo sempre stati accanto al Napoli piu' nel male che nel bene, oggi siamo tutti sul carro dei vincitori ma noi ci siamo sempre stati, da Ferlaino a Corbelli fino alla serie C e ai fallimenti. Oggi invece ci viene chiusa la porta in faccia. Qui non parliamo di mentalita' ultras, ma di una citta' che aspetta da 30 anni lo scudetto, delle curve che vogliono dare spettacolo e sostenere la squadra, noi stiamo solo chiedendo quello che qualsiasi tifoso vuole fare, cioe' tifare e rendere bello il palcoscenico dove giocano i nostri beniamini. Vogliamo solo questo".

Il rappresentante delle curve spiega anche i fumogeni accesi ieri sera al Maradona a fine partita: "Sui fumogeni - spiega - noi abbiamo sempre rispettato le regole, il messaggio e' che non devono pensare che faremmo mai qualcosa contro la squadra, e' un segnale di rabbia. Stiamo diventando la barzelletta del mondo per colpa della presidenza e nessuno ha il coraggio di alzare la voce. Che io sappia non c'e' futuro. Aspettiamo una telefonata che non arrivera' mai. Spalletti dice che siamo penalizzati se non si spinge tutti nella stessa direzione? Allora parlasse con De Laurentiis e ci aiutasse lui".

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