Serie A

Pagliuca: “Atalanta può diventare un brand importante. Juve? Giocare con stesse regole”

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Stephen Pagliuca, azionista di maggioranza dell’Atalanta è stato intervistato durante il Business of Football Summit organizzato dal Financial Times

Redazione ITASportPress

La vicenda giudiziaria della Juventus ha spinto Stephen Pagliuca, co-chairman di Bain Capital e azionista di maggioranza dell'Atalanta a esprimere un suo giudizio. Il co-proprietario dei Boston Celtics di NBA è stato intervistato durante il Business of Football Summit organizzato dal Financial Times e ha toccato vari temi, e non solo il caso Juventus. Prima battuta sulla questione bianconera: “Credo che ruoti intorno al tema del Fair Play. Applaudo alle leghe che fanno in modo che tutti, incluso il mio stesso club, giochino secondo le stesse regole. Questo è quello che è successo in Italia, in Premier League. E più leghe chiederanno ai propri club di agire con responsabilità, maggiore sarà l’equilibrio competitivo. L’NBA è fantastica da questo punto di vista, si assicura che tutti giochino secondo le stesse regole e applaudo a questo atteggiamento”.

Sulla gestione dell'Atalanta Pagliauca ha detto: “Abbiamo guardato a diversi altri asset, tra cui anche il Liverpool una quindicina di anni fa. Ma l’Atalanta era ottima per noi, molto ben gestita, con poco rischio di retrocessione. Del resto rispetto agli sport USA il vero rischio di quelli europei è di retrocedere. Abbiamo amato subito l’Atalanta perché aveva un ottimo settore giovanile, è stata in grado di crescere giovani importanti ed è un competitor per il titolo in Italia. Aveva tutto ciò che volevamo”.

Differenza tra Boston Celtics e Atalanta "La passione è tanta sia a Boston che a Bergamo. La maggiore differenza come ho detto anche prima è il rischio retrocessione, e seconda cosa ci sono molti meno controlli sui costi. Per questo si vedono spesso club europei finire nei guai dal momento in cui non ci sono limitazioni come in NBA ed NFL, soprattutto negli Stati Uniti d’America con il salary cap che limita spese incontrollate”.

I Percassi e i giusti consigli “Ho imparato molto dai Percassi in questo periodo, dal mod in cui hanno gestito la società e quello che sanno a proposito del mondo del calcio. Infine, un’ultima grande differenza è che noi negli USA investiamo davvero danti dollari nei settori giovanili, per crescere giocatori che siano in grado di competere. Piani per fare crescere l’Atalanta? Siamo molto ottimisti rispetto all’Atalanta, a cominciare dal completamento del nostro bellissimo stadio, che potrà offrire molto di più ai tifosi rispetto a prima. L’Atalanta può diventare un brand importante a livello globale e stiamo già cercando di trovare strade per monetizzare i nostri follower”.

Il massimo campionato “La Serie A credo che il prodotto sul campo sia ottimo, mi pare che dieci dei venti club abbiano investitori americani e sono sicuro che si stiano focalizzando sul creare una grande lega e sul riportare grandi calciatori. Per questo dobbiamo concentrarci sulla crescita dei ricavi da diritti televisivi e da sponsor.”

“Il futuro del nostro portfolio sportivo? Due sono gli sport su cui ci stiamo concentrando, calcio e basket. Nel mondo del calcio stiamo cercando un’opportunità per avere club in mercati diversi, in modo che si possano creare strategie dal punto di vista dello sviluppo dei calciatori, degli allenatori, degli staff medici, del marketing e del ticketing. Se dovessimo trovare la giusta opportunità, un club in un mercato e una divisione diversi che si possa sposare con i brand Atalanta e Celtics, allora investiremo. Il Covid ha offerto delle opportunità in questo senso, ci sono molti club che hanno necessità di investimenti. Liverpool e Manchester United? Non posso parlare nello specifico di una transazione perché si tratta di questioni confidenziali, ma dobbiamo lavorare su un livello di prezzo che pensiamo sia sostenibile”.

La strada “Ci sono due temi importanti nel calcio europeo: uno è il rischio retrocessione, il secondo è l’equilibrio competitivo. I tifosi amano la NFL perché ogni club di ogni città può vincere, dai mercati più piccoli a quelli più grandi. I tifosi non vogliono una situazione in cui quattro o cinque dominano a causa dei loro ricavi. Credo che la prossima sfida del calcio europeo sia quella dell’equilibrio competitivo, di come fare per far sì che ogni club abbia chance di vincere e di lottare per dei titoli”.

Fair play “Per questo credo ci sia un’attenzione crescente al Fair Play Finanziario e a come si possa ingaggiare i calciatori, allungando i contratti. Credo che se continuerà a mancare l’equilibrio competitivo le leghe saranno sempre meno interessanti. Il calcio deve prendere lezioni dagli sport USA? Credo che stiano studiando strade come un controllo di costi, un sistema che preservi l’equilibrio competitivo delle leghe. Ma se non sarà così questo si trasformerà in un problema per i piccoli e i grandi club”, ha concluso.

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