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Serie A

Sampdoria, Ferrero: “Lanna peggior presidente. Acquirenti per ora zero”

Ferrero
Ferrero, ex presidente e tuttora proprietario, si trova escluso dalla gestione della società dal 6 dicembre 2021

Redazione ITASportPress

Torna a parlare Massimo Ferrero che stavolta non lesina attacchi feroci contro l'attuale presidente della Sampdoria. Le dichiarazioni esplosive dell'imprenditore arrivano dai microfoni di "cronache di spogliatoio". L'inizio è già pesante: "A me piange il cuore vedere la Sampdoria così, nove anni di lavoro buttati nel cesso. La Sampdoria non merita questo, la colpa è di chi la gestisce attualmente, credo che Lanna è il peggior presidente, ma non lo fa apposta, va a farsi battere le mani, perdi tre a zero e ti fai battere le mani, lasciamo perdere mi viene da piangere. Ma quale debito dobbiamo saldare? Per quanto ne so, sono 110 milioni di euro. Per altri problemi dovete chiedere agli addetti ai lavori. Io ho lasciato la Sampdoria in ottima salute, non eravamo ricchi ma mi piange il cuore nel vedere questa situazione. Il signor Lanna, che è un dirigente messo dalla famiglia, è una brava persona ma è il peggior presidente nella storia della Samp. I risultati parlano. Io non mi occupo della Sampdoria da 13 o 14 mesi, da quando mi è successa una disgrazia. E da lì i tifosi hanno cantato la canzone “più giù, fino a incontrare il blu”. Noi siamo i proprietari, ma non lo gestiamo più. Se il trustee dice 35-40 milioni, secondo me il prezzo è corretto". Poi la versione sulla trattativa con il gruppo Vialli: "Si sono ritirati gli americani, mica io. Ho un contratto firmato di 80 milioni, poi andavamo male. Io presi Di Francesco e loro ridussero la spesa a 40 dopo sei giornate deludenti. Mandai via il tecnico e arrivai a 53 punti. Il calcio è un’altra storia".

Poi il proprietario del club parla del futuro del sodalizio blucerchiato: "Se trovo un acquirente vendo il club", poi "Me la ricomprerò io, cosa devo fare?" Un tocco sulla vicenda sceicco: "Non c’è nessun acquirente, anzi ci sono due pazzi che girano e dicono di aver preso la Sampdoria. Parlano sempre di quell’Al Thani, bisogna chiamare qualche ambulanza che li vengano a prendere per il manicomio. Illudono i tifosi e poi i tifosi se la prendono con me. Sono pronto non solo a venderla, ma anche a cedere le quote per fare un aumento di capitale. La famiglia Ferrero è pronta a qualsiasi tipo di soluzione. La Sampdoria deve rimanere in salute, nove anni di lavoro buttati nel cesso perché stiamo andando in Serie B. Non ci meritiamo questa classifica". Poi Ferrero fa un appello: "La Sampdoria è la mia vita. Il club ha un capitale di 49 milioni, io ho fatto plusvalenze per 400 milioni, non ho toccato mai un euro dei dividendi. Manca cassa. Stiamo cercando qualcuno che aumenti il capitale, io ho dato in pegno le quote. Noi le stiamo provando tutte perché, anche se non c’entriamo niente, sarebbe la peggior cosa della mia vita veder fallire la Sampdoria. La mia storia è finita 15 mesi fa, sono convinto che si salverà anche se sta andando verso una deriva sbagliata. Sicuro non fallirà, troveremo un compratore. Faccio un appello, comprate la Sampdoria. Sono pronto a venderla domattina. E io non prendo lo stipendio, non chiedo niente». Un pensiero sulle  assemblee deserte: "Io non ho disertato niente. I cammelli disertano… Se i media di Genova stessero più cauti, anche se sono preziosi, si farebbe meno confusione senza allarmare le folle. Altrimenti mi minacciano di morte. L’altra volta mi hanno mandato la testa di un maiale. A volte ho paura, sono un essere umano. Soprattutto paura per i miei figli, a me rafforzano. La notte dormo, non penso a queste persone perché la violenza non alberga in me. Ci sono dei tifosi violenti che non sono tifosi".

Ferraro ha una buona impressione del tecnico della Sampdoria: "Stankovic è un grande allenatore e un grande uomo, gli auguro di portare la nave in porto. I ragazzi sono bravissimi. Ma se hai dirigenti che parlano, a me minacciano di morte… È tutta una roba che non si gestisce più, la situazione è sfuggita di mano al CdA.  È difficile gestire un club di calcio, ma lo è ancora di più - insiste - se non c’è un padrone. Hai una squadra che funziona, ma la dirigenza no. Non si sa chi comanda, cazzo. Io non mi nascondo, soffro come un cane. Se ho sbagliato? Qualche errore posso averlo fatto, ma io mica vado in campo".

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