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Sampdoria, Breda: “Ecco qual è la sfida di Pirlo. Caso Reggina emblema calcio malato”

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Le parole dell'ex calciatore a Itasportpress
Redazione ITASportPress

L'ex calciatore della Sampdoria, Roberto Breda ai microfoni di Itasportpress.it, ha condiviso il suo pensiero su Pirlo e sul mercato blucerchiato.

Percepisce l’ “effetto Pirlo”?

“Per me Pirlo, come Gilardino al Genoa, sono capitati nel posto giusto al momento giusto. Quando ha cominciato con la Juve, si parlava di Pirlo come di un allenatore troppo giovane, non in grado di affrontare certe esperienze. Io penso sia invece un potenziale innovatore. È giusto che faccia esperienza, accetti di accogliere nuove sfide: quella della Samp è molto appetitosa. Secondo me farà molto bene”.


Il suo punto di vista rispetto al mercato dei blucerchiati?

“Vedo una società saggiamente oculata, che guarda con molta attenzione ai conti, come è giusto che sia. Pirlo ha individuato una base di giocatori che intende responsabilizzare, anche per restituire linfa vitale e stimoli a tutto l’ambiente: quando si retrocede, bisogna entrare nell’ottica di resettare subito a livello mentale e cercare di essere protagonisti nel nuovo campionato. La vera sfida di Pirlo è questa”.

Lanciò un giovanissimo Zaniolo alla Virtus Entella. Fino a quattro anni fa se ne parlava con i connotati del potenziale migliore calciatore italiano in circolazione; a inizio mercato pare lo abbiano cercato Milan e Juve, senza tuttavia intavolare alcuna trattativa concreta. Cosa gli occorre per rilanciarsi?

“Io penso che Zaniolo debba ritrovare se stesso. L’epilogo dell’esperienza di Roma ha avuto un forte impatto psicologico su di lui, ma può rialzarsi. Quanto al mercato, è ancora lungo”.

Per lui sarebbe meglio la Serie A o l’estero?

“Ora come ora, mi viene da dire un club all’estero”.

Ma qual è il ruolo ideale per Zaniolo?

“Ha nella progressione la sua caratteristica dominante. Ha bisogno di trovare un allenatore che lo specializzi definitivamente dal punto di vista tattico. Il talento non si discute. Non avrebbe fatto tutto ciò che abbiamo visto altrimenti”.

Lei ha cominciato a allenare in casa Reggina. Il suo parere rispetto al “caos” in casa club calabrese?

“Mi spiace, perché se sono diventato allenatore lo devo proprio alla Reggina. Non ho idea di cosa sia successo concretamente e, soprattutto, mi chiedo come facciano a capitare ancora certe cose nel 2023. I casi Reggina e Lecco, ben diversi tra loro, rappresentano l’emblema di un calcio italiano malato che va rivoluzionato. Assurdo sminuire in questo modo la Serie B, ci vuole più meticolosità”.

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