Secondo il Times si trattava di una banda organizzata operante in Costa d'Avorio, che provvedeva a falsificare i documenti dei giovani calciatori mandandoli in Italia. Questa stessa banda poi aiutava le coppie africane residenti in Italia a rivendicare la paternità dei giovani arrivati dalle coste africane. Un traffico che rappresentava per i quei ragazzi l'unica possibilità di approdare al calcio. E' così che Diallo arrivò a Bergamo all'età di 14 anni insieme ad altri 4 ragazzi. Il suo "presunto" padre fondò il Leader Foot, la prima squadra di Diallo, mentre la madre ricopriva un ruolo di rilievo nell'Atalanta, sua prima squadra professionistica.
Incredibilmente nella famiglia dove è stato "accolto" Diallo arrivò pure Hamed Junior Traoré, attuale calciatore del Napoli: li hanno spacciati per fratelli. A seguito poi di un'analisi del sangue si concluse che i due non erano fratelli biologici. La banda adesso si è sciolta, tuttavia una fonte anonima che ha collaborato con il Times assicura che "questa potrebbe essere una pratica comune in Italia".
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