"Cosa ricordo? Nulla, so solo quello che mi ha raccontato mia moglie che era con me a casa a Cesenatico. Lei era al piano terra, io stavo verosimilmente scendendo le scale e sono scivolato. Sono ruzzolato per otto-dieci gradini. Lei è accorsa perché ha sentito le mie urla. Avevo battuto la testa, può immaginare il suo spavento".
Il racconto di Zaccheroni continua: "Ho rischiato la vita, non giriamoci attorno. La botta è stata tremenda, il grande sollievo è non aver riportato danni cerebrali".
Dopo un mese di ricovero, il 10 marzo è stato trasferito: "Quel giorno sono stato trasferito per la riabilitazione all’ospedale Marconi di Cesenatico. Ho fatto fisioterapia, lavorato con logopediste. Devo ringraziare i medici e tutto il personale dei due istituti che mi hanno seguito. Sono stati straordinari. Noi spesso diamo per scontato il loro lavoro ma se cammino mentre parlo con lei, devo dar merito ai dottori".
Sulle sue condizioni attuali: "Ho perso due diottrie dall’occhio, il male minore considerando il danno iniziale. Sono senza patente perché prima di riottenerla dovrò sostenere dei test e ho qualche deficit di memoria a breve. Voglio riprendere in mano la mia vita, devo riuscire a tornare in possesso della quotidianità. Se prima camminare era un hobby, adesso è una necessità. Ieri ho fatto 10 chilometri, mi sto impegnando a recuperare tono muscolare".
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