Errori imperdonabili della società, Grella in testa, con un mercato stile discount e un tecnico che non aveva il profilo giusto per allenare una piazza importante ed esigente come Catania. A volte certi giudizi sull’ex Fiorenzuola sembravano accanimento, moda, presunzione. Ma il tecnico è stato indifendibile. L’impressione è che non abbia studiato calcio. Troppo scolastico il suo Catania senza gioco e identità. Il genovese ha cercato sempre alibi: una volta è colpa dell’arbitro. Un’altra della palla che - chissà perché - entra nella porta del Catania alla prima distrazione. Un’altra ancora della sfortuna che fa svanire d’un soffio troppe occasioni. C’è sempre stato qualcosa a congiurare contro i rossazzurri in campionato. Stop, basta così: la verità è che Tabbiani non ha avuto scuse, il fallimento tecnico gli appartiene in pieno.
Quello che stupisce è l’insistenza. Dopo Crotone e Foggia, ha avuto il coraggio di ripresentare ancora il 4-3-3 sghembo, insensato. Il Catania è stato sempre in confusione, dall’irriconoscibile Mazzotta a Marsura, da Rapisarda a Silvestri e Curado, da Ladinetti a Zammarini. Arriverà un nuovo allenatore e un nuovo direttore sportivo ma basterà? A gennaio serviranno interventi, soldi e investimenti. Servono umiltà e idee. Altrimenti non arrivano neanche i playoff.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo del calcio senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Itasportpress per scoprire tutte le news di giornata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA