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Serie C

Catania, è tornato il capopopolo. I diktat di un Lider Maximo tutto fare

Catania, è tornato il capopopolo. I diktat di un Lider Maximo tutto fare - immagine 1
Lucarelli detterà legge su tutto dal mercato alla gestione dello spogliatoio
Redazione ITASportPress

Dunque sarà il tecnico Cristiano Lucarelli a dover prendere per mano il Catania e condurlo nei quartieri alti della classifica di Serie C. Il livornese ha trovato l'accordo che lo legherà al club rossazzurro fino al 2026. Una operazione non facile che ha visto in prima linea il vicepresidente Vincenzo Grella che ha parlato a lungo con Lucarelli per valutarne le qualità umane e morali.  Ha voluto ascoltare quali siano i concetti di gioco dell'ex Ternana, che non si fossilizzano a un sistema o numerini particolari, ma portano avanti un calcio aggressivo e propositivo, oltre che coraggioso perché intende portare in attacco sempre tanti uomini. Il vero problema del Catania adesso non è neanche il modulo ma il modo di stare in campo e la mentalità con la quale si attacca e ci si difende. Lucarelli non intendeva essere un semplice traghettatore ma ha l’ambizione di voler creare un suo piccolo ciclo al Catania e al di là del lato economico il livornese ha voluto dimostrare di credere in questa scommessa. Il Catania cambia modulo e dialetto: ma dal genovese al toscano l’importante è farsi capire dai giocatori.

Ma Cristiano è un Lider Maximo e anche in sede farà pesare il suo carisma.  La campagna acquisti di gennaio? Chiedete a Lucarelli. I calciatori hanno il “mal di pancia”? A scuoterli ci pensa Lucarelli. Il tecnico del Catania è tutto e di più. Ogni sua dichiarazione in conferenza stampa o in mixed-zone avrà effetti in ogni sede rossazzurra. Lucarelli è  un po’ allenatore, un po’ presidente, un po' d.g., un po’ d.s., un po’ capopopolo. Un vero Lider Maximo. Lucarelli a Catania tornerà a incarnare in pieno la figura del Football Manager di stampo britannico, ruolo che in Italia non ha mai riscosso molti successi e che pure oltremanica è scomparso dopo il ritiro di Alex Ferguson dallo United e l’addio di Arsene Wenger dall'Arsenal, due tecnici che hanno rappresentato la vera incarnazione di questa figura.


Lucarelli non solo ha ripiegato sul concetto di manager all’inglese ma addirittura quella soglia l'ha superata nettamente. Nella sua precedente avventura alle pendici dell’Etna ha spostato rapidamente il suo raggio d’azione, ampliandolo, rendendolo sintesi di una sorta di paradosso che probabilmente oggi non ha eguali nel calcio professionistico italiano. Condurrà trattative di mercato in prima persona, continuerà a fare appelli alla piazza, chiederà scusa ai tifosi quando sarà il momento di farlo. Incasserà e sferrerà colpi. Non si è mai sottratto, Lucarelli. Sa anche alzare lo scudo per evitare di esporre la squadra e il club alle critiche. Sa come narcotizzare il dibattito, parlando di necessaria pazienza, di calciatori in ritardo di condizione, di arbitraggi sfavorevoli, di presidenti impertinenti, di un terreno di gioco impraticabile, di un vento fuoriclasse capace di far gol, di distrazioni esterne, di peso della maglia. Sa come respingere le frecce che arrivano da ogni direzione in questo momento in cui la barca Catania sembra destinata a sbattere sugli scogli. Cristiano è rosso sovietico dentro ma a Catania è rossoazzurro fino alla testa. Questo basta per far capire chi è il capopopolo sotto il vulcano.

 

 

 

 

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