Le sfuriate Negli anni della Serie A quando le cose non andavano bene tremavano i muri al Massimino e a Torre del Grifo. Oggi mancano le sfuriate di questa dirigenza in assoluto silenzio. Sì, perché è chiaro che c’è anche un blocco psicologico che tarpa le ali alla squadra. A provare a scuotere la squadra ma anche l’ambiente avrebbe dovuto provvedere il vicepresidente Vincenzo Grella che ha tenuto a rapporto i senatori della squadra e il tecnico. Ma non era infuriato.
Ultimatum Per l’allenatore è scattato una sorta di ultimatum. Se i passi falsi dovessero continuare è probabile che venga esonerato. Non si parla di ritiro che avrebbe ovviamente una valenza punitiva. Il match di mercoledì con il Brindisi è già diventato un bivio fondamentale della stagione del Catania. Non sono ammesse altre distrazioni. Il ritardo accumulato in classifica obbliga i rossazzurri ad una svolta immediata. E a darla devono essere anche i senatori.
Mercato C’è da dire che il mercato rischiatutto fatto dalla dirigenza in estate sembra aver alzato il coefficiente di difficoltà per l’ex Fiorenzuola, che pure è stato il responsabile della preparazione atletica con il suo staff. Il nugolo di infortuni che ha colpito alcuni giocatori chiave è significativo, anche se peraltro si sapeva che alcuni dei nuovi avessero un passato di problemi fisici troppo ricco.
Difesa in difficoltà Poche le gare senza gol al passivo. A zavorrare la partenza del Catania, poi, c’è l’insolito rendimento della difesa. Vero che i nuovi Curado e Quaini finora non hanno brillato, vero che il cavallo di ritorno Silvestri fa rimpiangere Lorenzini, vero che come filtro davanti alla difesa Ladinetti non vale Rizzo, ma pensare che in sei partite su dieci la squadra abbia subito gol significa che ci sia più di qualcosa che non va. Morale: urge cambio di rotta.
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