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Catania, 4-3-3 scolastico di Tabbiani? Ipotesi doppio play come Biso con Edusei

Catania, 4-3-3 scolastico di Tabbiani? Ipotesi doppio play come Biso con Edusei - immagine 1
Crotone, Picerno e Foggia hanno messo in evidenza che il 4-3-3 di Tabbiani è un po’ scolastico e monotono
Redazione ITASportPress

Per la prima volta la nuova proprietà del Catania conosce le difficoltà e per la prima volta deve imparare a gestirle. La società fondata da Rosario Pelligra a luglio dello scorso anno sta conoscendo un umore diverso della piazza che non è quello tutto bollicine e sorrisi della Serie D dove contro qualsiasi avversario il Catania spadroneggiava in campo. Dopo quattro giornate in Serie C questa squadra ha mostrato le sue difficoltà e la sconfitta contro il Foggia ha messo in evidenza problemi tattici e di condizione dei calciatori.

Il sarto Il tecnico Luca Tabbiani è alla ricerca del nuovo equilibrio dopo aver trascorso un’estate a insistere sui suoi principi di gioco. Il 4-3-3 resta la base di partenza ma c'è da lavorare per rivedere quella squadra aggressiva, compatta e dal pressing asfissiante che aveva fatto così bene al debutto in C almeno per 45'. L’allenatore è atteso da un lavoro di taglio&cucito per il nuovo abito e deve provare altre soluzioni tattiche visto che la sua squadra segna poco, difetta nella finalizzazione, in mezzo al campo c'è poca fluidità e manca la giusta cattiveria agonistica. 


Le idee certe I principi di gioco che piacciono a Luca Tabbiani sono già chiari: un portiere che palleggia benissimo, due difensori che costruiscono dal basso, poi squadra compatta e aggressiva, ampiezza con Chiricò e Marsura o Bocic larghi, Castellini e Mazzotta che si sovrappongono o vengono a giocare spesso dentro il campo, un centrale di centrocampo con qualità e dote di equilibratore, una mezzala destra che spesso diventa trequartista e una mezzala sinistra di palleggio. Ma sia il Crotone che il Foggia, e anche il Picerno, hanno messo in evidenza che il 4-3-3 di Tabbiani è un po’ scolastico, monotono e prevedibile. Un ingranaggio non perfetto forse anche per la condizione atletica dei calciatori. 

Il passato Dunque c'è bisogno di qualche novità, se si vuole sorprendere gli avversari che sanno ormai molto bene quali sono le armi tattiche che utilizza dall’inizio e a gara in corso il Catania di Tabbiani che fonde il suo  lavoro su movimenti, principi di gioco,  “catene" e automatismi di reparto. Questa squadra non ha una mediana assortita con un organizzatore di gioco, come lo era tanti anni fa Biso che in alcune partite giocava in coppia Edusei con quest'ultimo che non aveva tecnica ma stava in mezzo a fare schermo davanti alla difesa, recuperava tanti palloni e la giocava subito quindi non rallentava il gioco come Ladinetti.

Lentezza Il play di Tabbiani arrivato dal Pontedera sembra non avere la personalità necessaria per essere un regista che detta i tempi, che fa girare la squadra e che nei momenti di difficoltà quando la palla è pesante la vuole sempre tra i piedi. Rizzo non è un regista classico ma un buon ricuperatore di palloni e dunque potrebbe fare bene in coppia con Ladinetti. Tabbiani  ha tanti interpreti adattabili in più ruoli e il suggerimento è di cambiare modulo passando al doppio play con un 3-5-2 o 4-2-3-1 sistemi alternativi al 4-3-3 consolidato.

Doppio play Una mediana molto evoluta, con il doppio regista per essere meno prevedibili e, soprattutto, più pronti a reagire inventando soluzioni a gara in corso. Il doppio play offrirebbe al Catania più densità in mezzo e permetterebbe più libertà a uno degli interni. Un possesso palleggiato elegante e offensivo.  Con questa mossa il Catania, palleggerebbe di meno nel cuore del campo, cercando maggiormente le verticalizzazioni ma in mediana non uscirebbe più sconfitto nei duelli e nei corpo a corpo come è successo in alcune delle partite giocate. 

Con Zanellato Ma sono tutte ipotesi che oggi portano ad un’unica conferma: sia in mezzo che in attacco, Tabbiani ha il dovere di cercare nuove soluzioni per un Catania diverso. Ma siamo certi che il mister sta già pensando a come cambiarla questa mediana visto che Rizzo non è vero alter ego di Ladinetti — centrale di professione — ma ci sono anche Quaini e Zanellato che non sono registi di professione ma valide alternative.

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