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Serie C

Catania, Tabbiani studia la cooperativa che fece sognare i tifosi

Catania, Tabbiani studia la cooperativa che fece sognare i tifosi - immagine 1
Catania monocorde e Tabbiani lavora sulla testa degli attaccanti
Redazione ITASportPress

C’era un Catania che vinceva in Serie A e che profumava d’Europa. Era quello della stagione 2011/2012 e sulla panchina rossazzurra siedeva Vincenzo Montella che costruì una squadra che andava in gol con quasi tutti i suoi calciatori. Quando una squadra riesce a interpretare le due fasi di gioco in maniera corretta, significa che in qualsiasi momento si potranno sfruttare i varchi lasciati aperti dalle punte, concretizzare gli inserimenti dei centrocampisti, fare leva sui calci da fermo e sulla proiezione in area dei difensori. Era in pratica questo il segreto di Montella. 

Nel Catania di oggi invece in gol solo Mino Chiricò e Samuel Di Carmine. La squadra di Tabbiani non ha ancora una identità e anche questo dato è eloquente sulla improvvisazione dell’unitici etneo che ha smarrito la via del gol. Vittorie di corto-muso e solo col Picerno e con la Casertana il numero delle reti è stato più corposo.  


Dove sono finiti i gol del Catania? Tabbiani ha fretta e bisogno di ritrovarli, perché il rapporto tra la qualità dell’attacco e la resa in nove giornate di campionato è troppo sbilanciato verso il segno meno: nove gol all’attivo sono pochi. Tre nelle ultime quattro partite: sul cruscotto del Catania si è accesa da tempo una spia rossa. Tra due giorni si ritornerà il campionato con la sfida contro l’Avellino: in pochi giorni non si fanno rivoluzioni, ma c’è il tempo per una terapia d’urto per cambiare passo. Tre le chiavi di intervento: testa, fisico e modulo.

Produttività Il tema intreccia una molteplicità di aspetti. Accanto alla scarsa vena degli attaccanti (tolto Di Carmine), si è aggiunta una bassa produttività offensiva che coinvolge, più in generale, il gioco del Catania. C’è un problema con il gol finito sotto l’esame di Tabbiani che però sostiene che in parte la sfortuna e qualche imprecisione di troppo («Davanti ci sono delle problematiche da risolvere», aveva detto dopo il match con il Monopoli) e oggetto di riflessioni.

Testa Il tecnico sta continuando a lavorare per migliorare l’aspetto realizzativo. Si parte dall’esigenza di riportare su un ottimo standard la condizione fisica dei calciatori. In alcune partite è stato evidente come alcuni protagonisti abbiano accusato un calo. Ma è anche un problema di atteggiamento mentale e Tabbiani dovrà fare anche lo psicologo per entrare nella testa dei calciatori. Per alcuni la porta si è rimpicciolita, come nel caso di Sarao e Dubickas. Tabbiani ha bisogno di tutti, e dunque anche di quei calciatori rimasti finora un po’ nell’ombra.

Modulo Il terzo aspetto della cura è il modulo. E qui si finisce dritto al tema dell’unica punta. Finora Tabbiani ha concesso una sola eccezione al suo assetto tipico: è accaduto in casa del Monterosi. Nelle ultime ore, il tecnico ha cominciato a rimodellare il Catania avviando altre prove tattiche per contrastare l’Avellino. Certo ci sarà da capire chi sarà il candidato numero uno a prendere il posto di Di Carmine. Che sia Sarao o Dubickas la soluzione va tentata per far ritrovare ai due attaccanti il feeling con il gol. Per il momento c’è questo e della bella cooperativa del gol di Montella resta solo il ricordo. Qualcuno dovrebbe dire a Tabbiani di andare a studiare e rivedere quel Catania. 

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