Ter Stegen: “L’Inter ha dimostrato che con un po’ di fortuna si può arrivare in finale di Champions”
Più specificamente, quali problematiche riscontrò?
“Quello che mi colpisce, a distanza di anni, è che - dopo un po’ di tempo che me ne andai - vidi realizzare effettivamente tutte le cose che “recriminavo”. Per esempio, io pensavo che l’organico fosse a fine ciclo e che andasse ringiovanito. Il Catania fece ciò, dopo il mio addio”.
Che tipo di campionato prospetta in Lega Pro per il Catania?
“Non so se sarà facile risalire subito. Penso si siano dati almeno due-tre stagioni come obiettivo minimo. Ormai la Lega Pro è cambiata. Ci sono realtà come Avellino, Benevento, Crotone e Pescara. Non è semplice risalire dall’oggi al domani”.
Ora il Catania è guidato dal giovane Luca Tabbiani…
“Gli faccio il mio più sincero in bocca al lupo. Farò il tifo per lui e per il club”.
Un consiglio che si sente di fornirgli, da tecnico più “navigato”?
“Ognuno lavora a modo suo, è sempre complicato dare consigli. Quello che mi sento di dirgli a distanza è che Catania è una piazza molto intensa e pretenziosa, differente - con tutto il rispetto - da Fiorenzuola. Se è stato scelto, tuttavia, saranno state individuate in lui caratteristiche importanti”.
Sogna di tornare a Catania?
“Sul futuro mai dire mai, non si esclude mai nulla. In caso tornassi, mi piacerebbe però non subentrare a campionato in corso ma poter incidere fin da subito in ritiro, con una squadra fondata e plasmata da me”.

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