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Esclusiva

Intervista a Petrone: “Il mio Catania era a fine ciclo. Per la B quattro club davanti ai rossazzurri”

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Le parole dell'ex tecnico etneo ai microfoni di Itasportpress
Redazione ITASportPress

Il tecnico Mario Petrone per un breve periodo alla guida del Catania ai microfoni di Itasportpress.it ha condiviso il suo pensiero sulle prospettive del club rossazzurro in C.

Quali ragioni la indussero ad abbandonare la panchina del Catania nel 2017?

“Ci penso spesso ancora oggi perché fu la prima e unica volta in carriera in cui ho rassegnato le dimissioni. Lo feci perché non vedevo margini di sviluppo. Non c’erano i presupposti per un futuro roseo”.


Più specificamente, quali problematiche riscontrò?

“Quello che mi colpisce, a distanza di anni, è che - dopo un po’ di tempo che me ne andai - vidi realizzare effettivamente tutte le cose che “recriminavo”. Per esempio, io pensavo che l’organico fosse a fine ciclo e che andasse ringiovanito. Il Catania fece ciò, dopo il mio addio”.

Che tipo di campionato prospetta in Lega Pro per il Catania?

“Non so se sarà facile risalire subito. Penso si siano dati almeno due-tre stagioni come obiettivo minimo. Ormai la Lega Pro è cambiata. Ci sono realtà come Avellino, Benevento, Crotone e Pescara. Non è semplice risalire dall’oggi al domani”.

Ora il Catania è guidato dal giovane Luca Tabbiani…

“Gli faccio il mio più sincero in bocca al lupo. Farò il tifo per lui e per il club”.

Un consiglio che si sente di fornirgli, da tecnico più “navigato”?

“Ognuno lavora a modo suo, è sempre complicato dare consigli. Quello che mi sento di dirgli a distanza è che Catania è una piazza molto intensa e pretenziosa, differente - con tutto il rispetto - da Fiorenzuola. Se è stato scelto, tuttavia, saranno state individuate in lui caratteristiche importanti”.

Sogna di tornare a Catania?

“Sul futuro mai dire mai, non si esclude mai nulla. In caso tornassi, mi piacerebbe però non subentrare a campionato in corso ma poter incidere fin da subito in ritiro, con una squadra fondata e plasmata da me”.

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