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L’intervista – Tabbiani si presenta: “I miei modelli e la filosofia. Sul Catania…”

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Il tecnico che piace al Catania ha parlato ai microfoni di Itasportpress
Redazione ITASportPress

Tra gli allenatori giovani che si sono messi in evidenza in Serie C, c’è anche Luca Tabbiani, ex calciatore di Genoa, Cremonese e Bari, che ha allenato il Fiorenzuola. Dopo il 2º posto del primo anno, nel 2020-2021 vince il proprio girone riportando la squadra emiliana nel professionismo dopo vent’anni. Seguono due quattordicesimi posti in Serie C ma tanti apprezzamenti per il suo lavoro perchè l’impronta si vede nitida in campo. Tra i club interessati c’è anche il Catania visto che la volontà del vicepresidente Vincenzo Grella è quella di garantire una squadra ambiziosa in Serie C. Partendo dallo spirito e dalle idee, dai giovani ma anche dalla consapevolezza del valore della maglia che s’indossa.

La redazione di Itasportpress.it ha contattato Tabbiani per conoscere la sua filosofia di gioco e cosa c’è di concreto sul Catania visto che la società etnea per l’erede di Ferraro ha un preciso identikit: profilo giovane, idee fresche e soprattutto costi abbordabili. Per questo le ipotesi di altri tecnici già affermati sarebbero poco percorribili in questo momento. 


Mister di lei si sa poco. Che tipo di gioco le piace?

"Piace un gioco aggressivo e propositivo rimanendo alti. Inoltre le mie squadre devono imporre il gioco e non subire l'avversario. Questa è la mia idea e la mia mentalità poi in campo ci vanno i calciatori e dentro ogni partita ci stanno molti momenti".

Dunque nel suo calcio attuale trova più spazio l’estetica che il pragmatismo...

"Il "giochista" cerca sempre il risultato ma ci sono tanti modi per arrivare all'obiettivo. Ognuno ha la propria strategia e si crea una propria identità. Ci sono allenatori che hanno vinto attraverso il gioco ma altri che hanno ottenuto lo stesso successo con un'altra filosofia. Per me è importante che tra allenatore e squadra si crei la giusta alchimia per poter portare un'idea comune in campo. Questo fa la differenza per arrivare al risultato"

Quali concetti trasmette?

"Il dominio della partita imponendo un ritmo e non attendendo l'episodio. Questo è il mio modo di interpretare le gare"

Quali sono i suoi modelli?

"Ho avuto tanti bravi allenatori, da Rolando Maran, molto bravo nella gestione dello spogliatoio e nel saper preparare la gara. Ho avuto anche Antonio Conte che mi ha inculcato la mentalità vincente. Ho avuto anche Giacomo Modica. Questi tre li metto davanti a tutti gli altri anche se a tutti ho "rubato" qualcosa ma ho una idea mia di calcio"

Il modulo-base è sempre il 4-3-3?

"Ho proposto spesso questo sistema ma dentro un modulo ci sono tanti modi di muoversi che portano anche a cambiare in corsa o durante la partita visto che il calcio è fatto di movimento. La base è il 4-3-3 perchè dà delle linee di passaggio a me preferite, ma ho sempre avuto la fortuna di avere giocatori con la spiccata caratteristica di poter applicare questa tipologia di gioco. Non sono un integralista"

Come immagina il suo futuro?

"Vorrei crescere tanto perchè ho l'ambizione di arrivare più in alto possibile in un ambiente che frequento da tempo. Questa carica l'ho avuta anche quando giocavo avendo indossato tante maglie importanti e devo dire che sono più  motivato adesso che alleno che quando facevo il calciatore. Mi piace lavorare sul campo e mi diverto più adesso"

Alla panchina del Catania è stato accostato il suo nome. Cosa c’è di vero?

"Sono orgoglioso di essere stato accostato al Catania a livello mediatico. Parliamo di una realtà importante nel panorama calcistico italiano e non solo. Sarei molto felice di sedermi sulla panchina rossazzurra e sarebbe una grande soddisfazione ma anche una grande responsabilità. Vedremo quello che succederà".

Si cura delle critiche esterne e se la spaventa la pressione che c'è a Catania?

"Il calcio è fatto dalla gente che va allo stadio. Questo entusiasmo trascina i calciatori e gli allenatori e non è mai un ostacolo. Avere 20 mila tifosi è certamente meglio di allenare in una piazza con mille sostenitori la domenica. I tifosi portano punti".

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