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Coppa Italia

Inter, Handanovic: “Partite mancanti determineranno molto di questa stagione”

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Le parole del portiere nerazzurro alla vigilia della finale contro la Fiorentina
Redazione ITASportPress

Vigilia della finale della Coppa Italia: l'Inter si prepara ad affrontare la Fiorentina allo stadio Olimpico di Roma nell'atto conclusivo della competizione. In conferenza stampa al fianco di Simone Inzaghi, Samir Handanovic ha risposto alle domande dei giornalisti:

L'Inter sta per giocare una finale di Coppa Italia e poi avrà anche una finale di Champions League: come definiresti questa stagione? "Non posso ancora dare una definizione perché non è ancora finita. Le partite mancanti determineranno molto di questa stagione secondo me". Sei in Italia dal 2004: ha provato un'emozione particolare nell'incontrare il presidente Mattarella? "È stata un'esperienza diversa da tutte le altre che abbiamo vissuto, è stata piacevole. sono stato sorpreso dal fatto che mi abbia riconosciuto chiamandomi per nome, poi mi ha detto che tre giorni fa aveva incontrato qui a Roma il presidente della Slovenia. Conosceva molto bene tutti i giocatori, sia dell'Inter sia della Fiorentina". L'Inter è riuscita a superare un periodo di difficoltà in questa stagione: cosa ha fatto fare lo scatto alla squadra? "Quando si perde si cresce: le sconfitte ti riportano alla realtà e ti tolgono quella superficialità che non si deve avere. Le vittorie poi hanno portato autostima e fiducia: vincere aiuta sempre a vincere". Come ti appresti a vivere questa partita? "Aspetto questa partita come tutte le altre che abbiamo affrontato quest'anno. Sappiamo che è una finale, ma noi siamo all'Inter per vincere trofei: negli ultimi anni la squadra è tornata dove merita di essere e l'Inter è tornata a competere per vincere". Sei orgoglioso della stima dei tuoi compagni e di essere indicato come uno dei valori aggiunti dello spogliatoio? "Dal 2004, quando sono arrivato in Italia, sono stato professionista. Bisogna adattarsi al ruolo che ti spetta, non è importante solo ciò che accade in campo, ma anche tutto il resto. Io ho imparato molto da tante persone e la cosa che mi soddisfa di più della mia carriera è quella di essere cresciuto ogni anno. Da quando porto la fascia di capitano ho cominciato a prendermi più responsabilità di prima". Nei momenti delicati di questa stagione ti sei sentito più responsabilizzato che in passato? "Ogni stagione succedono cose nuove e ogni anno è diverso. Quando c'è del nervosismo è un segnale positivo, significa che tutti sono coinvolti e tengono alla causa. Non sempre è bello vedere due compagni che discutono durante una partita, ma è molto peggio se nessuno dice nulla: se succede significa che ci tengono tutti".


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