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Cagliari, Pavoletti: “Ci salveremo. Con Di Francesco ci siamo fatti male da soli…”

Pavoletti (getty images)

Parla l'attaccante rossoblù: "Alla lunga la sorte qualcosa dovrà restituirci"

Redazione ITASportPress

Leonardo Pavoletti ci crede e carica il suo Cagliari per il finale di stagione che vedrà i sardi impegnati nella corsa alla salvezza. Il bomber rossoblù è stato intervistato da La Nuova Sardegna e ha affrontato diverse tematiche relative all'annata della squadra. Dal passato con Di Francesco fino all'attualità con mister Semplici.

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 Cagliari Pavoletti (getty images)

"Siamo consapevoli che ci aspettano dieci finali. Sappiamo che da ogni partita dobbiamo portare a casa punti", ha esordito Pavoletti sul finale di stagione che attende il Cagliari. "Il nuovo tecnico? Mister Semplici ci sta trasmettendo una grande carica ed è una persona sempre positiva. Mi piace molto. I nostri blackout? Ce lo chiediamo anche noi. Anche cambiando allenatore ci sono state delle difficoltà. Quale sia il problema non lo so. Abbiamo dei difetti e sul campo vengono evidenziati. Avessimo la soluzione, sarebbe tutto risolto. Però di positivo c’è che abbiamo l’atteggiamento è di una squadra che si vuole salvare a tutti i costi“.

E ancora sulla salvezza: "Noi cinque vittorie da qui alla fine le otteniamo. Conosco i compagni, come ci alleniamo. Gli episodi spesso ci hanno giocato contro, alla lunga la sorte qualcosa dovrà restituirci".

Sulla gestione di Eusebio Di Francesco e sul suo rapporto con l'ex mister: "Abbiamo intrapreso un cambiamento radicale con Di Francesco che ha proposto un gioco offensivo. Abbiamo provato in tutti i modi a farlo funzionare, ma i fatti parlano chiaro. Forse quello che chiedeva non era nelle nostre corde. Pur sforzandoci quelle cose non riuscivano proprio. Ci siamo fatti del male da soli".

E a livello personale: "Per me non giocare è stato duro. Parlando col mister gli dicevo che c’erano tante persone che tengono al Cagliari e tra queste c'ero anche io. Quando non giochi non sei felicissimo. Arrivato ad una certa età, ho 32 anni, se c’è un attaccante che fa gol sarei contento come se giocassi. I risultati non arrivavano ma stavo fuori. Questo mi ha buttato giù. Ho sofferto perchè non potevo dare il mio contributo. Mi sono demoralizzato perchè ero convinto di poter dare una mano. Stare a guardare è dura quando vedi i tuoi compagni in grande difficoltà. Lui è stato mio allenatore quattro volte. Ho sempre avuto un buon rapporto umano ma credo che Pavoletti non fosse, diciamo così, 'il suo attaccante ideale'. Mi alternava sempre anche al Sassuolo. Però le sue sono state solo scelte tecniche, che ho rispettato, niente di personale tra di noi".

Infine un pensiero anche sulla Nazionale e il sogno Europeo: "Difficile, io ci voglio provare. Se ci salviamo e faccio dei gol può essere una possibilità. La speranza resta e non mi do per spacciato, se ci sarò vuol dire che ho fatti grandi cose nel finale di stagione per il Cagliari e che restiamo in Serie A".

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