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Serie B, la protesta dei club: “Non lasciate morire il calcio degli italiani”

Mauro Balata (Getty Images)

Le società si uniscono quest'oggi per lanciare un chiaro messaggio

Redazione ITASportPress

La Serie Bscenderà in campo oggi e lo farà non solo per la giornata del campionato ma con un intento ben preciso: difendere le proprie società dal rischio chiusura a seguito delle note vicende relative alle decisioni del Governo in merito alla pandemia di coronavirus.

Attraverso una nota diffusa dalla Lega Serie B e piano piano da tutti i club, ecco l'urlo: "Non lasciate morire il calcio degli italiani".

Il comunicato delle squadre di Serie B

Mauro Balata (Getty Images)

La Serie B scende in campo per difendere le proprie società che senza provvedimenti governativi rischiano di chiudere. Lo fa pensando principalmente alla tutela di quei dipendenti, fornitori, collaboratori, gestori di servizi, che vivono e sopravvivono con le loro famiglie, proprio grazie al calcio. Per questo in tutti i campi della sesta giornata della Serie BKT i dipendenti dei club esporranno nelle gradinate degli stadi, in concomitanza con l’inizio delle gare, uno striscione con scritto "Non lasciate morire il calcio degli italiani".

Si legge poi nel comunicato: "Oggi i club della Serie BKT – spiega il presidente della Lega B Mauro Balata – si mobilitano per difendere le donne e gli uomini dell’universo della B. Un appello alla sensibilità delle istituzioni affinché possano essere adottati strumenti opportuni e necessari per evitare che la crisi cancelli il calcio degli italiani’. La ragione della protesta vuole denunciare la mancata predisposizione da parte del Governo di norme atte a sostenere le società sportive, ed in particolare quelle della LNPB, in questo momento storico di grave emergenza sanitaria ma anche economica. Al minor numero di ricavi dovuto alla mancanza di biglietteria, di sponsor e di altri introiti da stadio, infatti, fanno eco le maggiori spese dovute al rispetto del protocollo anticovid. In assenza di provvedimenti governativi i club si ritrovano in seria difficoltà, con l’enorme rischio di dover interrompere per sempre la loro attività. E i primi a pagare questo caro prezzo sarebbero le decine di migliaia di famiglie che vivono con stipendi ‘normali’ grazie al calcio".