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LA DIFESA

Caso Negreira, Laporta si difende: “Noi vittime del ‘madridismo sociologico’

Laporta Barcellona
Poche ore dopo l'iscrizione nel registro degli indagati per i pagamenti sospetti all'ex capo degli arbitri spagnolo il presidente del Barcellona smonta i capi d'accusa e contrattacca
Redazione ITASportPress

Prime parole del presidente del Barcellona Joan Laporta dopo l'accusa di corruzione per il 'caso Negreira' mossa dalla Guardia Civil spagnola e in particolare dal  giudice Joaquin Aguirre, che vuole vederci chiaro sui presunti pagamenti illeciti ad arbitri, e in particolare alla società Dasnil 95, gestita dal vicepresidente della commissione arbitrale José María Enríquez Negreira.

Intervistato da Catalunya Ràdio nel corso della trasmissione El Mati, Laporta, indagato per il primo biennio della propria gestione (2008-2010) è parso sereno, iniziando la propria “arringa difensiva” con un attacco allo stesso Aguirre: “Anche questo caso sarà archiviato come tanti altri aperti da questo giudice”.


La decisione di Aguirre non ha fondamento, ma non mi sorprendente perché i nostri avvocati, conoscendo questo giudice, ci avevano avvisato – ha poi spiegato Laporta - Sono tranquillo perché non c’è stata alcuna corruzione, tantomeno continuata, perché Negreira non è un pubblico ufficiale”.

La difesa di Laporta prosegue poi con toni simili a quelli usati da Sandro Rosell, il successore alla presidenza dell’attuale numero uno del Barça, indagato al pari dell'altro ex presidente Josep María Bartomeu: “Abbiamo dimostrato attraverso 629 relazioni che ai servizi ricevuti, iniziati durante la gestione di Gaspart, sono seguiti pagamenti regolarmente documentati. Il giudice vuole cercare di dimostrare che abbiamo comprato arbitri e truccato partite, ma non sarà possibile perché non è assolutamente vero. Verremo assolti”.

Laporta se la prende poi, seppur indirettamente, con il Real Madrid, accennando al presunto potere mediatico e non solo di chi “soffia” dalla parte dei Blancos: “Siamo consapevoli della forza di una sorta di 'madridismo sociologico', presente nei media, nella politica e nello sport, contro il quale abbiamo già combattuto e vinto e che soffre il presidente del miglior Barcellona della storia. Hanno il terrore di un Barcellona vincente e per questo sporcano il nostro nome. Dobbiamo combattere”.

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