In campo nella prima sfida c’era anche Liam Hughes, all'epoca 23enne. Oggi, a 31 anni, Hughes gioca nel club dilettantistico del Worksop, ma ha fatto parlare di sé in un’intervista a cuore aperto alla BBC, nella quale ha raccontato il proprio calvario. Comune a tanti calciatori, ma comunque particolarmente struggente e doloroso, passato anche dal tunnel della droga: "Soffrivo di insonnia e per riuscire a dormire decisi di ubriacarmi. Il giorno dopo però dovevo allenarmi, quindi per far passare l’effetto iniziai ad assumere cocaina. Guadagnavo quasi 1.000 sterline a settimana e ne spendevo tra le 300 e le 600 in cocaina. Ero entrato in una spirale di autodistruzione".
Il passo successivo è stato quello di pensare, e cercare di mettere in pratica, il suicidio: "Col passare del tempo bevevo sempre di più, mi sentivo isolato e la mia salute mentale era crollata. Pensai al suicidio, mi convinsi che sparire sarebbe stata la cosa migliore per me e per tutti”. Come in un film, ma con il lieto fine, Hughes cercò davvero di togliersi la vita, venendo però salvato da un compagno di squadra che si presentò a casa di Liam al momento giusto.
Oggi Hughes sta molto meglio, ma sa che il male oscuro può sempre ripresentarsi: "Devo continuare a lavorare su me stesso ogni giorno. Sono uscito dal tunnel dopo aver visto l’inferno, sto affrontando i miei problemi e voglio cercare di essere un uomo migliore. Il mio sogno è quello di poter aiutare chi ha vissuto problemi come i miei e oggi ha una famiglia da portare avanti”.
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