L’Everton fa chiarezza: “L’accordo con 777 Partners non è a rischio”

Un mese dopo l'annuncio del passaggio di proprietà dal magnate Farhad Moshiri al fondo statunitense 777 Partners, già al timone, tra gli altri club europei, anche del Genoa, in casa Everton regnano ancora lo stallo e il mistero assoluto.

Nella giornata di martedì 18 ottobre 'The New York Times' aveva riportato la notizia secondo la quale 777 Partners non avrebbe fornito all’ente del governo britannico predisposto al controllo i rendiconti finanziari certificati richiesti per finalizzare l’accordo raggiunto con Moshiri, che precedeva l'acquisto del 94,1% delle quote del club per una cifra compresa tra i 700 e gli 800 milioni di euro.

Senza tali rendiconti il Governo di Londra non potrebbe dare il via libera alla chiusura dell'intesa e quindi l'affare rischierebbe di saltare, con tutte le conseguenze del caso per le casse dell'Everton, sofferenti a causa degli ingenti debiti e dei lavori di costruzione del nuovo stadio.

L’indomani, attraverso una nota ufficiale, l’Everton ha però seccamente smentito tale ricostruzione, negando che l’affare stia vivendo una fase di stallo e pure l’esistenza di una dead line per la definizione dello stesso.

Parole decisamente più convincenti rispetto al comunicato diffuso già lunedì da 777 Partners, che "in segno di rispetto per il processo di verifica in corso", aveva annunciato la decisione di non commentare "il processo di approvazione normativa in corso per la sua proposta di acquisizione dell’Everton F.C.".

Secondo fonti interne all’Everton 777 farà avere le documentazioni necessarie in due tranches, ma al momento non ci sarebbero certezze che ciò avvenga già nei prossimi giorni o settimane.

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