"Ho trascorso sei mesi in Russia. È stato uno dei periodi peggiori della mia vita. Non sapevo se avrei mai più potuto giocare a calcio", ha esordito Thiago Silva.
Poi ha spiegato: "Mi sono trasferito alla Dinamo Mosca in prestito dal Porto e durante la pre-stagione mi sono improvvisamente ammalato gravemente. Ho fatto diversi test ed è stato confermato che avevo la tubercolosi e che era già molto avanzata. A causa dello stadio avanzato della malattia, i medici decisero che sarebbe stato meglio per me restare in ospedale per le cure. I medici in Russia volevano operarmi il polmone. Allo stesso tempo, se lo avessi fatto, sapevo per certo che non avrei mai più giocato a calcio".
Da lì una serie di consigli dalle persone a lui care e altri esperti che lo hanno portato alle dimissioni dall'ospedale russo e al trasferimento in una struttura in Portogallo.
Questo è stato il momento della svolta: "Sono rimasto lì per altri tre mesi. Prendevo medicine ogni giorno e facevo passeggiate. È stata una lunga attesa. Ma alla fine ho avuto l'opportunità di vedere uno specialista e mi ha detto che dovevo restare calmo. Calma?! Come potevo stare calmo? Poi, dopo un po', mi ha detto quello che volevo disperatamente sentire: sarei potuto tornare a giocare a calcio e realizzare il mio sogno".
Dopo quel momento, infatti, sappiamo bene come sia andata. La Fluminense, il Milan i successi, il Psg e poi il Chelsea. Il tutto condito da vittorie, trofei e riconoscimenti come uno dei migliori difensori al mondo.
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