Intervistato da ìIl Corriere dello Sport', il dirigente catanese ha raccontato qualche retroscena sulla propria carriera, soffermandosi in particolare sulla stima che il presidente del Frosinone Maurizio Stirpe nutriva già da tempo nei suoi confronti.
Fin dal 2003..: "Quell’anno Stirpe entrò con la sua cordata nel club che era in C2. Chiese consiglio a Fuzio, suo amico che mi aveva avuto da presidente della Fidelis Andria e voleva prendermi. Io però ero a Perugia con Gaucci che alla fine non mi liberò e mi spedì a Catania. Come potevo dire no alla squadra della mia città, in Serie B? Poi nel 202 Stirpe si ricorda di me e mi chiama ancora dicendomi: “Stavolta non prendi impegni, a fine stagione vieni da me…’. Così andò, avevo chiuso da poco con lo Spezia e accettai. Mi richiamò dopo un mese ed eccomi qui”.
Angelozzi ha vissuto numerose altre esperienze esaltanti, vincendo campionati a Perugia (Serie B 2004-’05, promozione vanificata dal fallimento) e Lecce (Serie B nel 2008). Significative anche le annate allo Spezia e al Sassuolo.
In Emilia è stato l’artefice della costruzione della squadra che, proprio con Di Francesco in panchina, centrò una storica qualificazione all’Europa League nel 2016, mentre allo Spezia ha conquistato la promozione in A nel 2020, superando proprio il Frosinone nella doppia finale playoff.
Oltre a Di Francesco, allora, tra i tecnici scoperti da Angelozzi c’è stato anche Vincenzo Italiano: "Me lo segnalò il mio osservatore” ha rivelato il dirigente, che difese poi a spada tratta l’attuale allenatore della Fiorentina nonostante un difficile inizio di campionato.
"A La Spezia è finita perché on potevo più decidere in autonomia come avevo chiesto a Volpi, che me lo aveva promesso” ha aggiunto Angelozzi.
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