Ter Stegen: “L’Inter ha dimostrato che con un po’ di fortuna si può arrivare in finale di Champions”
"Sono un uomo molto, molto addolorato. Oltre a cenare spesso con lui, io lo sentivo tutte le sere. Ora continuo a guardare il telefono e non arrivano più le telefonate. Sono una persona molto addolorata".
Non mancano alcuni ricordi: "Era il 1 novembre 1979, con Berlusconi ci siamo incontrati a cena e così è iniziata la mia storia nella tv e nel calcio. Il Milan e il Monza sono la mia vita. Quando prendemmo il Milan, Silvio mi disse due cose. La prima è che il Milan, così come lo sport e il calcio, afferiscono alla sfera dei sentimenti e non del business, la seconda è che assomigliano un po' alla religlione, a misteri gaudiosi e dolorosi. Così siamo sempre andati avanti, passando da Istanbul a Atene, dall'eliminazione con il Cittadella alla vittoria con il Pisa. Quello che ho imparato nella vita, l'ho imparato da Berlusconi".
Si passa al Monza dopo aver parlato del Milan e dei successi in rossonero: "Io sono nato a Monza e, quando ho incontrato per la prima volta Berlusconi, gli dissi che ero disponibile a lavorare giorno e notte, ma dovevo avere il tempo per seguire il Monza. All'epoca ero il proprietario e, finché non mi cacciano, farò qualsiasi cosa per la squadra per cui tifavo con mia mamma. L'ho persa quando avevo solo 14 anni, andavo allo stadio con lei e sognava di vedere il Monza in Serie A: grazie a Berlusconi, questo è stato possibile dopo 110 anni".
E in chiave mercato: "Gagliardini al Monza? "Deciderà lui, è un giocatore importante, ma sia a centrocampo che in difesa, in porta e in attacco mi manca soprattutto Silvio Berlusconi. Vedremo chi prenderemo, spero il giocatore possa essere Gagliardini o magari sarà un altro, ma nella mia testa al momento il problema non è un centrocampista".

© RIPRODUZIONE RISERVATA