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Mondo rossazzurro

Catania, Grella: “Non dobbiamo essere una squadra forte, ma un club forte”

Redazione ITASportPress

Le parole del vicepresidente rossazzurro

Ai microfoni di Virgilio Sport, il vicepresidente del Catania, Vincenzo Grella ha detto la sua sugli obiettivi della società.

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Modello - "Per avere una squadra vincente devi creare una cultura vincente, devi avere idee chiare - ha detto Grella -. Devi essere disposto a fare sacrifici e a prendere delle posizioni per creare proprio questa cultura. In questo modo la società ha la possibilità di lavorare seguendo un’idea e una cultura che porta al risultato che si cerca".

L'avvio Grella ripercorre le tappe della sua avventura a Catania: “Se penso a momenti difficili mi viene in mente quando siamo partiti, luglio 2022. Nei primi 2-3 mesi non avevamo ancora gli uffici. Abbiamo fatto un po’ di fatica per trovare una soluzione per i campi, ho visto nel gruppo di lavoro grande apertura e voglia di lavorare nella stessa direzione con la voglia di far funzionare ciò che avevamo a disposizione. Non ci siamo lamentati delle difficoltà ma le abbiamo prese come sfida, specialmente per chi c’era prima e che ha passato dei momenti complicati: ho trovato persone che avevano voglia di riscatto e di ritrovare la carreggiata giusta. I giocatori che abbiamo preso sono entrati subito con questa mentalità e questa cultura di fare parte di un qualcosa di speciale. Catania la reputo una cosa speciale e c’è sempre stata voglia di sacrificio”.

Il ruolo Grella dirigente: “Sì, sono stato contattato in questi ultimi anni da altri club. Non ho fatto il passo per mancanza di chiarezza nel progetto e una posizione in cui potevo creare questa cultura vincente senza ostacoli e avere il pieno appoggio del proprietario per applicare le mie idee”.


La scelta “Sicuramente la grande passione per le due cose a cui tengono di più i catanesi senza differenza di ordine: la squadra di calcio e Sant’Agata, la santa Patrona della città. Io avevo sentito parlare della festa di Sant’Agata, mi ero documentato su internet con qualche video, ma non ho mai avuto il modo di viverla questa ritualità per una serie di motivi. Vivendo questa festa, ho visto personalmente la voglia e la passione di questa gente di stare insieme per un qualcosa che rappresenta la città di Catania. Se la società di calcio riesce nei momenti difficili, che può essere un club sportivo, di trovare quella passione e quella voglia di stare uniti per un obiettivo è il motivo per il quale Pelligra vede grande potenziale a Catania”.

Obiettivi “Il primo obiettivo raggiunto è il risultato sportivo del Catania. Non potevamo non raggiungere la promozione in Serie C, questo club e questa città non può stare in Serie D. Un altro tassello è stato iniziare a creare una cultura che va coltivata e migliorata sempre -sottolinea a sport.virgilio.it-. Ogni volta che troviamo un limite dobbiamo spingerci oltre. C’è passione per il lavoro che si fa, voglia di sacrificarsi e di mettersi a disposizione per qualcun altro senza guardare il titolo. Io voglio mettere le mie qualità a disposizione della società. La forza della società è quella di un club. Non dobbiamo essere una squadra forte, ma un club forte. C’è una netta differenza tra le due cose. L’idea è l’identità che il Catania vuole dare nella squadra. Ciò non significa che se sei nato qui e sei meno forte di qualche altro calciatore giochi con questo club perché sei catanese. Però quando c’è un ragazzo interessante catanese e possiamo portare un valore aggiunto sul campo il fatto che lui indosserà la maglia rossazzurra in un modo diverso rispetto ad un calciatore non di qui è un punto importante sulle nostre scelte sui giocatori”. Il sogno? “Portare il Catania dove non è mai arrivato nella sua storia. Io non voglio rimanere nella storia del Catania, voglio che nel club si venga a creare una storia che non c’è mai stata”.