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Serie C

Catania, il caso Palermo: continuità evaporata e una identità da ricercare

Catania, il caso Palermo: continuità evaporata e una identità da ricercare - immagine 1
Il caso Palermo, calciatore protagonista in Serie D e che adesso vuole andare via, scuote il mondo rossazzurro
Redazione ITASportPress

Non è facile per nessuno vincere il campionato di Serie C Girone C sempre pieno di insidie per le big come dimostrano i risultati delle prime giornate. Il Catania di mister Luca Tabbiani vuole stare al vertice ma è ancora alle prese con qualche enigma tattico dopo la rivoluzione di agosto. In attesa di trovare l'amalgama, il mister sa che il suo Catania ha l’asticella delle ambizioni altissima ed è costretto a recitare il ruolo di favorito. Il Catania è una squadra sconosciuta oggi anche al suo tecnico come ha recentemente affermato lo stesso allenatore alla vigilia della prima partita di campionato contro il Crotone. L’inizio è stato incoraggiante sotto il profilo del gioco, è mancato solo il risultato. 

Catania rivoluzionato ma cambiare era inevitabile anche se si deve ricostruire un’identità nuova. Quella della Serie D è scomparsa dopo che molti degli interpreti della squadra di mister Giovanni Ferraro non sono stati riconfermati. “Io sono per la continuità - ha detto Grella a Itasportpress lo scorso mese di aprile. “Possiamo perdere una partita di calcio ma non l’identità. Confermo che questo sarà un mio preciso impegno e un punto fondamentale per far crescere questa società”.


Bene alla luce dell’ultimo strappo registrato in queste ore con la richiesta di voler andare via del centrocampista Marco Palermo che si è sentito messo in un angolo dopo che la scorsa stagione aveva dimostrato di meritare anche la C, questo Catania di Tabbiani è alla ricerca di una nuova identità. Sicuramente ci vorrà del tempo ma il rischio è ritrovarsi senza coordinate nel settore più importante: un centrocampo ridisegnato che, almeno, con Palermo avrebbe rappresentato un filo diretto con il recente passato (vincente). Adesso il tema è chiaro: la squadra dovrà avere una grande personalità individuale che si trasformi in identità collettiva. Ecco qual è la nuova identità.

La mediana nascente è una scommessa intrigante: Ladinetti e Rizzo all’apparenza sono dissimili. Il primo ha piedi da impostazione ed è un regista classico anche se è più compassato di Rizzo che è più muscolare. Entrambi hanno di bisogno di qualcuno con cui dialogare in orizzontale e non due mezzali fisiche, di corsa e profondità. Il Catania dovrà necessariamente riscrivere il suo Dna: andrà in cerca della profondità grazie anche a Mazzotta, Bouah e Chiricò. Potrebbe diventare una squadra molto inglese, considerato che anche Chiarella è uno da scatti e accelerazioni improvvise. Con il tridente di Tabbiani sarà comunque una svolta totale perché il Catania classico di Ferraro era abituato a destra a un equilibratore che faceva da “controcanto” alla sinistra offensiva.  Il secondo interrogativo si chiama centravanti: non si possono chiedere a Sarao e Di Carmine più di venti gol nonostante con Tabbiani la manovra sia avvolgente.

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