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Mondo rossazzurro

Catania, Pelligra può aprire ciclo ma riprenda quel pallone sconfinato in politica

Catania, Pelligra può aprire ciclo ma riprenda quel pallone sconfinato in politica - immagine 1
Il futuro rossazzurro è il tema del giorno e da tempo a Catania si parla di questo
Redazione ITASportPress

Il Catania ha tutto per tagliare il secondo traguardo stagionale e festeggiare il suo primo (e speriamo ultimo) scudetto di Serie D. Il mini torneo scatterà domenica con la prima sfida al Massimino contro il Sorrento poi la squadra di Ferraro affronterà in campo esterno la vincente di Cavese-Brindisi. L’undici rossazzurro al termine di un cammino trionfale in campionato in cui ha sbaragliato la concorrenza, ha stravinto con soldi, idee, coraggio e  competenza. Archiviata la prima festa, si comincerà a pensare a quello che potrà succedere il 10 giugno data della finale della Poule Scudetto. Con una domanda, vedrete, che comincerà a diventare un tormentone: ma questo Catania può aprire un ciclo?

IL CICLO Anticipando i tempi, si può rispondere tranquillamente e decisamente: sì. Anzi, SI’, tutto maiuscolo. Perché la società è ambiziosa e perchè la dirigenza è competente e sa come gestire il pallone. Questa squadra, questo gruppo, semplicemente o solennemente questa idea rossazzurra, è piuttosto il racconto di un vero, autentico, progetto. Di cui abbiamo imparato ad apprezzare i contorni solo in corso d’opera. Grazie al coraggio del suo presidente Pelligra, alla competenza del suo staff, alla bravura di Ferraro e alla dedizione dei calciatori. Ma ha tutto per crescere ancora, questo progetto, perché ha radici solide e giovani. Il Catania è una realtà assoluta.

LA STRATEGIA Il futuro sembra sia scritto e la proprietà ha manifestato di avere voglia di contenere le spese e il monte ingaggi, ma anche di abbassare l’età media anche se c’è più di un trentenne, un calciatore - per intenderci - che non è appagato. Vero Lodi, Sarao, Russotto e De Luca? Gente che ha dimostrato di avere ancora fame di pallone e voglia di alzare l’asticella. Senza contare i giovani, che abbiamo conosciuto in Serie D e che hanno tutto per rappresentare la benzina del futuro: da Vitale a Castellini, fino a Chiarella, su cui la dirigenza ha già fatto diverse esplorazioni con la società proprietaria del cartellino. Insomma, non si tratta di un arcobaleno, capace di incantarci e nello stesso di sfumare così, rapidamente. Il cielo è rossazzurro sopra Catania e all’orizzonte non ci sono nuvole. Nella Poule Scudetto e nella prossima Serie C, ci sarà da fare i conti con il Catania. Ha tutta l’aria, quello che hanno organizzato Pelligra e Grella, di non essere un punto d’arrivo. Ma piuttosto di partenza. Il viaggio è appena cominciato per aprire un nuovo ciclo. 

POLITICA E CATANIA RESTINO DUE MONDI SEPARATI Finora Pelligra non ha sbagliato una mossa a Catania. Anzi in verità una strada è sembrata non essere quella giusta. E' successo pochi giorni fa che il pallone rossazzurro è rotolato oltre la linea laterale, andando a sconfinare in altri territori quale quello della politica. A Catania così come in altre piazze, calcio e politica dovrebbero restare mondi separati. Senza passare per ingenui o troppo idealisti, la base per un politico dovrebbe essere la conoscenza e lo sviluppo di un territorio, la capacità di fare proposte, trovare soluzioni ai problemi della cittadinanza. E in base ai suoi programmi e alla sua credibilità, ottenere i voti necessari ad essere eletto. Senza bisogno di promettere improbabili risarcimenti: lo sport prevede vittoria e sconfitta e il Catania può andare avanti con orgoglio, cuore e merito. Pelligra deve impedire che la politica invada il campo del Catania e lo appalti, per farne un uso strumentale, di propaganda.

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