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Mondo rossazzurro

Catania, Rapisarda: “Pelligra, budget ridicolo. Qual è l’investimento per rilancio club?”

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Il punto di vista dell'avv. Rapisarda sul club di Pelligra
Redazione ITASportPress

Il Catania che sprofonda in campionato apre uno squarcio sulla gestione della proprietà e sull'investimento fatto in estate per allestire una squadra all'altezza del blasone dell'Elefante. Tanti i punti di vista e vogliamo riportare quello dell'avvocato e tifoso rossazzurro Giuseppe Rapisarda.

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Ieri sera mentre leggevo ed ascoltavo anche io come tanti di voi le ultime eventuali novità sulla guida tecnica del Catania, mi domandavo: Perché questo tergiversare su una circostanza che appare di una evidenza anche banale. Può bastare come risposta l'orgoglio del non dovere ammettere di avere sbagliato la scelta appena pochi mesi fa?


Non credo. La vera domanda, quella che sinceramente incupisce perché inquieta in realtà appare il vero nodo da sciogliere. Perché Pelligra non ha investito come avrebbe dovuto sul Catania in Serie C? Ieri sera su "Corner" è stato confermato ciò che la testata Itasportpress ha scritto ed ebbe ad anticipare mesi fa. Il budget messo a disposizione di Grella è intorno ai due milioni di euro e poco più. Poco, lo hanno lasciato intendere i due professionisti che ne discutevano durante il programma. Poco, confermo senza tema di smentita. Poco, per ipotizzare qualsiasi ipotesi di rilancio serio e reale del calcio nella nostra città a certi livelli. Non è detto, è vero, che se investi di più ottieni di più. Di certo tuttavia è che quella somma è ridicola per le potenzialità di "ritorno" economico che offre Catania. Come risibile resta lo avere fatto ricorso al termine economico/ finanziario di "sostenibilità" che per chiunque conosca la realtà dei bilanci in serie C resta una boutade. O ciò che è stato più o meno inconsapevolmente. Una offesa alla nostra intelligenza. Pertanto resta la domanda. Perché, Pelligra? Tutto ciò che stiamo vivendo, insieme alla mortificante attuale classifica in zona retrocessione nonostante avere consegnato numeri di partecipazione ed entusiasmo sconosciuti ed imparagonabili in tutti e tra tutti e tre gironi della serie C, è una conseguenza a cascata. L'inesperienza generale del proprietario e del suo amministratore delegato, la squadra rifatta ex novo, la stagione storta, i 12 legni presi durante le nove partite, gli infortuni a catena non sono legati solo al caso fortuito. Né sono sufficienti a fungere da esimente agli errori approssimativi e grossolani commessi fuori e dentro il campo. Dalla mancata proposizione di un nuova organizzazione societaria sino a questo teatrino stucchevole di saghe autopremianti sempre più ridicole e sconcertanti col trascorrere dei mesi per passare allo approccio supponente e inadeguato a questa stagione agonistica.

Torniamo alla vera questione irrisolta. Quanto capitale vuole o può investire questa proprietà sul Catania FC? Non amo le congetture, le ipotesi, se non possiedo riscontri concreti. E non ne dispongo. Proprio per tale ragione, al di là dell'esito di questo penoso prendere tempo, allontanando di giorno in giorno un esito inevitabile di una scelta tecnica che appare parimenti inevitabile, mentre la classifica è un ceffone in viso, le prossime settimane, anche mesi, saranno dedicati fuori dal campo a cercare di trovarla, la risposta. È in gioco, purtroppo, di nuovo, il futuro di "esserci" e tornare grandi come abbiamo immaginato e sperato tutti non più tardi di un anno fa.

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