Arabia Saudita, Moratti “assolve” Mancini: “Impossibile dire no, ma…”

La nomina di Roberto Mancini come nuovo commissario tecnico della nazionale dell'Arabia Saudita ha destato non poche perplessità e parecchio malumore tra gli addetti ai lavori italiani, così come tra i "semplici" tifosi dell'Italia.

A far discutere sono state in particolare le tempistiche tra le dimissioni dalla panchina azzurra e il sì a quella di Riyad, anche se lo stesso Mancini, durante la conferenza stampa di presentazione, ha specificato come i primi contatti con la Federazione saudita siano avvenuti solo dopo Ferragosto.

Una voce, se non favorevole, quantomeno comprensiva nei confronti di Mancini si leva da Milano e per la precisione da Massimo Moratti. L'ex presidente dell'Inter, che ha avuto Mancini alle proprie dipendenze per cinque stagioni, non ha usato infatti toni di rimprovero nel commentare, in un'intervista a Il Fatto Quotidiano, la scelta del tecnico jesino.

Anche se un pizzico di fatalismo dettato dal crescente potere del Dio denaro nel mondo del pallone si intuisce nelle parole di Moratti, secondo il quale Roberto avrebbe potuto gestire meglio il tutto: "Quando un professionista si ritrova sul piatto un’offerta di quel genere è naturale che accetti. Forse cominciava ad annoiarsi e magari avrà pensato che con la nazionale non ci fosse un futuro. Il denaro ha spazzato via gli ultimi dubbi. Ha detto di essere stato trattato come il Mostro di Firenze? Doveva aspettarsi una reazione forte perché in Italia la Nazionale, soprattutto quando vince, unifica il Paese. Probabilmente avrebbe potuto gestire la vicenda con più accortezza, ma alla fine sarebbe stato criticato ugualmente".

Moratti ha poi raccontato un episodio simile che coinvolse Mancini proprio durante la sua militanza all'Inter: "Roberto è un istintivo, alcune volte ti spiazza. Con me fece una cosa simile dopo l’eliminazione in Champions con il Liverpool, nel 2008. Anche in quel caso si dimise. Mi colse di sorpresa perché non avevo mai pensato di mandarlo via. Ma si sa, Mancini è pieno di talento e quindi imprevedibile".

Profonda la riflessione sui gravi temi sociali che coinvolgono l'Arabia Saudita in particolare quelli legati al mancato rispetto dei diritti umani, destinati a interessare anche chi sceglie di andare a lavorare in quelle terre: "L’Arabia Saudita vuole diversificare la sua economia per non dipendere più dal petrolio e sta comprando lo sport mondiale per proporre una nuova immagine del paese, ma l’operazione non può oscurare la situazione dei diritti umani. Mi riferisco alle persecuzione delle comunità omosessuali, alle discriminazioni che limitano la vita delle donne, ai numeri impressionanti di pene capitali. Questo è un problema importante, direi fondamentale, per chi va a lavorare laggiù. Io ho rispetto per questi paesi con i quali ho avuto relazioni professionali e so che bisogna adattarsi, anche se talvolta le differenze culturali sono profonde. Si può far finta di niente pensando che si vive in un paese per un periodo limitato, ma non è facile, soprattutto per chi ha una coscienza sensibile a tematiche come quella dei diritti umani".

Passando al calcio, Moratti promuove la scelta di Spalletti come ct dell'Italia ("A Napoli ha dimostrato di essere bravissimo") e commenta le prime battute del campionato: "Mi pare che regni l’equilibrio, anche se il Napoli resta la squadra più forte. Non mi aspettavo la falsa partenza delle romane. Mou è ancora quello del Triplete? Non so, l’uomo resta quello di sempre. Sa conquistarsi l’ambiente, ma è anche estremamente serio dal punto di vista professionale".

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