"Leo ha fatto 500 partite con la Juventus e andava in campo anche zoppo - ha aggiunto l'allenatore - Ha dato tanto alla Juve e la Juve ha dato tanto a lui, resterà nella storia del club, ma deve prendere una decisione importante e non guardare ad un anno, ma al futuro, perché è ancora giovane. Quel che dico ora l’ho detto in tempi non sospetti. È normale, quando un campione come lui arriva a fine carriera, che ci sia paura di smettere. Io non sono stato campione, ho fatto una carriera normale e per me smettere è stato facile. Le dinamiche sono le stesse, la differenza è che uno deve avere la capacità di accettarlo prima”.
Allegri ha poi parlato della nuova posizione in campo di Chiesa e della nomina di Luciano Spalletti come ct dell'Italia: "Federico quest’anno ha piena fiducia in sé stesso. Ha una gamba diversa, ma deve convincersi che è una punta. Ogni tanto va all’esterno o in mezzo, ma deve fare gol. Lo scudetto del Napoli è stato il premio alla programmazione della società partita da quando c’era Benitez. Con Spalletti la squadra giocava molto bene e Osimhen è tra gli attaccanti più forti del mondo che sposta gli equilibri. Luciano è uno dei migliori che ci siano in Italia, lo dimostra il modo in cui fa giocare le squadre e i risultati che ha ottenuto. Era giusto scegliere lui per il post Mancini come coronamento dello scudetto e della carriera che ha fatto".
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