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Serie C

Catania, la chiave del pareggio di Monopoli. Cosa va e cosa non va

Catania, la chiave del pareggio di Monopoli. Cosa va e cosa non va - immagine 1
Cosa va e cosa non va sul piano tattico e tecnico dopo i 90' del Veneziani
Redazione ITASportPress

È un Catania diverso. L’abbiamo sentito ripetere già dall’estate, quando si sono giocati i primi allenamenti congiunti. Ma lo hanno sempre sostenuto anche i dirigenti rossazzurri che questa squadra ha cambiato pelle rispetto alla scorsa annata.  Poi è iniziato il campionato e sono arrivati 4 punti in tre giornate. L’ultimo, quello di Monopoli, ha lasciato tutti scontenti a partire dal mister Luca Tabbiani che non ha visto qualità nel gioco ma si è portato a casa il pareggio e la porta inviolata per la seconda volta di fila. Questo è un dato positivo anche se non sono arrivati i tre punti come tutti si auspicavano e non si è fatto gol. Ed è la seconda volta che accade.

La nuova filosofia Se critica bisogna fare in termini costruttivi al Catania non è, però, una questione di risultati, quanto di gioco. La squadra 2023-24 è cambiata molto negli uomini e anche nella filosofia e nell’applicazione. E a dirlo non sono solamente i critici, ma anche i dati analitici. Le statistiche non raccontano tutto e le tre gare giocate sinora sono ancora un campione troppo piccolo per dire con certezza che questa squadra potrà confermare il trend del primo tempo contro il Crotone per tutta la stagione.


Il calo C'è una costante: nel secondo tempo di questi tre incontri si è visto un Catania sicuramente più in difficoltà. Problema di preparazione? Può darsi ma lo stesso problema lo hanno gli altri. Al Veneziani è stato un Catania con meno possesso palla e quel poco tempo con la sfera tra i piedi è stato sterile, fine a sé stesso che ha prodotto un solo tiro pericoloso  nel primo tempo di Di Carmine.

Equivoco La difesa con due marcatori come Silvestri e Curado annulla l’idea di Tabbiani della costruzione dal basso.  E in questo la società non è stata coerente con il nuovo indirizzo tecnico-tattico perchè la presenza dell’ex Modena toglie spazio a Quaini unico difensore, tra l’altro voluto da Tabbiani, capace di fare il play difensivo. Così ieri mancando il primo passaggio, si cercava subito Ladinetti (molto compassato) o il lancio lungo cercando di trovare gli esterni.  Un’inversione di tendenza rispetto al match contro il Crotone e il Picerno.

Egoista Chiricò è stato indisciplinato tatticamente e anche indisponente a Monopoli. Ieri platealmente prima Marsura e poi Mazzotta lo hanno rimproverato dopo il mancato passaggio smarcante. Mino si intestardisce con la solita giocata di entrare in area e calciare col sinistro.

Seconde palle Ma ci sono anche indicatori che dicono altro. Per esempio sul carattere della squadra. Contro il Monopoli il Catania ha vinto pochi contrasti.  E la vera chiave del pareggio a Monopoli ha un nome e cognome: seconde palle. Si sapeva che la partita si sarebbe giocata lì. La squadra di Tomei inevitabilmente l’ha messa sul confronto fisico e su questi duelli i biancoverdi hanno costruito le loro occasioni e messo in difficoltà il Catania. Aspetto che ha determinato il risultato. Era quello che voleva il Monopoli: la riconquista palla dei centrocampisti che venivano a sostegno, iniziare le loro azioni con le seconde palle. Il Catania ne perse un po’ troppe, arrivava tardi, non sempre era pronto a ricreare il blocco squadra in fase difensiva.

Cosa va Di positivo resta il pareggio che muove la classifica e anche chiari segnali di voglia e grinta dei ragazzi di Tabbiani, oltre che di capacità difensive. In vista del Foggia si ripartirà da questo ma c'è tanto da lavorare e Tabbiani lo sa bene che la sua squadra deve migliorare sotto diversi aspetti. 

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