Città in crisi - Sebbene sia una delle 27 città decorate con la medaglia come “benemerita del Risorgimento nazionale” per le gesta patriottiche compiute in tale periodo storico, Catania cade ancora nei soliti tranelli politici. Da tempo la città etnea è teatro di degrado. Episodi di illegalità diffusa e inciviltà dilagante. Servizi sanitari inefficienti e pochi progetti per l’ambiente e la cultura. A rimetterci è il cittadino e così inevitabilmente la qualità di vita dei catanesi è sotto i tacchi, certificata tra l'altro dalla impietosa analisi stilata del Sole 24 Ore che mette Catania al 91° su 107 province nel 2022. Se i cittadini abbiano deciso di credere alle solite promesse dei politici, in questa campagna elettorale per le amministrative, è tutto da vedere. Ciò che rimane certo è invece è il trend negativo del Pil a partire dal 2023. Quest’ultimo è in calo almeno dello 0,3% in Sicilia e tra le province più colpite c’è proprio Catania. Tale risultato è influenzato anche dall’esponenziale aumento della disoccupazione. A vessare ulteriormente gli etnei è la pessima gestione della raccolta differenziata. Infatti non è un’eccezione trovare strade e piazze in cui troneggiano pile e pile di rifiuti che oltre ad ostacolare la viabilità, deteriorano l'immagine di Catania.
Elefante sottosopra - Tali scenari apocalittici stridono con il rilancio del calcio e il rinnovato interesse per l’ampliamento dell’obsoleto stadio Angelo Massimino. Il presidente Ross Pelligra, lo ha detto chiaramente ai media locali che vuole fare un intervento di modernizzazione dell’attuale impianto: “Questo è troppo piccolo e va ampliato. Stiamo già valutando il budget necessario per un investimento di questo tipo, portando la capienza dell’impianto a 40/50mila posti. Costerebbe meno farlo nuovo, vero, ma portiamo rispetto a quella che è sempre stata la casa del Catania, come sappiamo che è importante rispettare sempre la maglia rossazzurra”. Pelligra lo continua a ripetere che vuole un Massimino ristrutturato ma deve fare i conti con la burocrazia tutta italiana visto che i progetti di ammodernamento sono tremendamente complessi da realizzare a causa della proprietà comunale degli impianti. Anche a Catania Pelligra purtroppo troverà le stesse problematiche burocratiche poco snelle che hanno frenato i proprietari di Roma, Milan e Inter.
Il progetto di Saro - Il team allenato dal mister Giovanni Ferraro e supervisionato ad hoc dal presidente siculo-australiano, ha raggiunto l’aritmetica promozione in Serie C dopo la partita contro il Canicattì. Il poker calato da U Liotru, ha mandato in visibilio lo stadio Marco Tomaselli di Caltanissetta. Tuttavia ogni vittoria, dopo i canonici momenti di euforia e gaudio, comporta la formulazione di nuovi progetti e soprattutto della presa in carico di questioni spinose. Il patron del Catania Ross Pelligra, ha alle spalle una decisione molto coraggiosa: investire nel club catanese. Il chairman ha deciso di capitalizzare su una società, che dopo 28 partite in Serie D, ha ripagato tutti gli esborsi compiuti. Ma per svettare in Serie C Saro vuole realizzare un maxi progetto. Quest’ultimo includerebbe l’acquisto di nuovi terreni, investimenti sul territorio con l’obiettivo d’assicurare a tutte le fascia d’età, desiderose di far parte della grande famiglia calcistica rossazzurra, un roseo avvenire. L'Elefante dunque è sottosopra; mentre la città è in crisi, il calcio vive un momento magico.
Carmen Maria Cirami
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