La passione dei tifosi del Catania è alle stelle, ma cosa cela il tifo dei rossazzurri?
A Catania tiene banco anche in queste ore la mega serata dei festeggiamenti di domenica scorsa con ben 20.204 spettatori allo stadio Massimino. Serata piovosa ma ravvivata dalla presenza del patron Ross Pelligra con la dirigenza al completo e impreziosita dalla vittoria per 2-0 contro Santa Maria Cilento. I supporters etnei hanno inneggiato all’ennesimo successo ottenuto dagli Elefanti con striscioni, coreografie pirotecniche e infiammando la città con i propri cori. Tale entusiasmo e incontenibile dimostrazione di fedeltà calcistica, fa riflettere sul significato del tifo e i canoni che rispecchiano i veri appassionati di calcio. Il medesimo ambiguo rapporto tifoso-società, potrebbe anche riguardare la reazione degli spettatori giallorossi presenti al match Lecce-Sampdoria 1-1 con fischi alla squadra di Marco Baroni nonostante la salvezza vicina e una società modello, oppure alla continua bagarre tra i partenopei e il patron Aurelio De Laurentiis nonostante lo scudetto in tasca da tempo.
LA FEBBRE DEL CALCIO – Affidandosi alla semantica, è possibile dire che il tifo porta gli individui ad essere travolti da uno stato febbrile. Quest’ultimo li rende totalmente dipendenti dai risultati ottenuti dalla squadra del cuore. Se i propri beniamini hanno qualche defaillances, all’interno dell’ambito rettangolo verde, la magia sembra spezzarsi e l’entusiasmo si smorza al punto da condannare l’allenatore, il proprio idolo e la proprietà. In Italia il piacere estetico connesso al gioco del calcio interessa poco ai tifosi. Anche a Catania, tanto per fare un esempio, interessa solo che vinca la squadra rossazzurra e la frase “che vinca il migliore” viene sempre messa in secondo piano. La vittoria del Catania suscita emozioni intense e profonde e non è mai legata allo spettacolo. Inoltre il tifoso rossazzurro, interessato sempre di più agli scores ottenuti in campo, sembra lasciare poco spazio ad un amore incondizionato verso la società calcistica. Insomma per il tifoso rossazzurro esiste solo la maglia e la vittoria e durante la partita un nemico da sopraffare che è il Palermo, eterno rivale.
L’ERA DI ROSS PELLIGRA – Con l’avvento del presidente siculo-australiano, il volto del Catania è totalmente cambiato. La svolta decisiva è stata la rinascita dopo il fallimento societario, ma a mutare pelle, forse, sono stati proprio i sostenitori catenesi. Quest’ultimi hanno seguito di pari passo la metamorfosi di un gruppo su cui sono stati investiti ben 6 milioni di euro, a differenza degli altri club militanti in Serie D per cui l’esborso è stato deficitario di qualche zero. La resiliente storia de U Liotru, avrebbe convinto i seguaci siciliani d’avere un obiettivo comune: infatti la definitiva rivalsa conseguita all’interno dei palazzetti si rifletteva nel loro tram tram quotidiano. L’era di Ross Pelligra ha dato seguito ad una serie infinita di festeggiamenti, che ha visto gli Elefanti su autobus scoperti in cui i calciatori si sono mostrati ai cittadini come i vincitori della finale di Champions League. Ma dietro a tutto questo entusiasmo cosa si cela?
AMORE CIECO O GLORIA A TEMPO? – Se decidessimo di tornare con i piedi per terra, anche i più ambiziosi sogni di gloria si ridimenzionerebbero. Il Catania è stato capace di radunare 20.204 spettatori per la partita contro l’undici, davvero di dilettanti, allenato dal mister Francesco Gaetano che all’andata sconfisse la capolista. Doveroso ricordare dunque che si stava pur sempre assistendo ad una disputa del campionato di Serie D, contro una squadra dalla caratura tecnica non eccellente e sicuramente anni luce di livello inferiore alla squadra del tecnico Giovanni Ferraro. Una vittoria senza pressione. Se la dirigenza rossazzurra crede di aver riscoperto, nella season 2022/2023, il supporter modello dovrebbe riflettere un attimo sul passato. Per comprendere il singolare circolo vizioso tra risultato-felicità e vittoria-tifo, è necessario compiere un veloce ma intenso viaggio nel tempo. Il tifoso catanese avendo visto per 17 anni la Serie A è esigente e non tollera il pareggio e figuriamoci la sconfitta. In buona sostanza come tutte le tifoserie passionali l’umore dei gruppi organizzati dipende molto dal risultato della domenica.