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Mondo rossazzurro

Catania, dalla morte alla resurrezione alla risalita dei record

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Così i rossazzurri hanno cancellato i brutti ricordi della gestione degli "eroi" della Sigi

Redazione ITASportPress

Dall’inferno si può uscire. E, una volta che si è scampati alle fiamme, si può anche costruire una strada per la gloria. O, addirittura, per il paradiso. Questo insegna la storia del Catania Ssd, nuova società nata dal disastro del club prodotto da una gestione finanziaria che, per usare un eufemismo, ci si limita a definire “dissennata" della Sigi. Eppure, nonostante il crac, la conseguente rabbia e l’inevitabile momento di depressione, adesso sull’universo Catania splende il sole. Primo in classifica in Serie D e già promosso in Serie C con sei giornate di anticipo. Una risalita con tanti record. E, cosa ancora più importante, di tutta l’Europa pallonara unica squadra ad aver sempre vinto nel 2023. Risultato che fa luccicare la nuova creatura di Rosario Pelligra e allontanare i fantasmi del passato.

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GESTIONE FOLLE DEGLI "EROI" — Oggi, proprio un anno fa, il punto più basso e più doloroso della storia del Catania. Il Tribunale optò per il termine anticipato dell'esercizio provvisorio, con le conseguenze dell’esclusione dal campionato di Serie C e la revoca dell’affiliazione dalla Figc alla fallita società Calcio Catania S.p.A., con svincolo del parco tesserati. Il Calcio Catania non disputò le ultime quattro partite della stagione regolare con l’undici di mister Baldini che puntava ai playoff. E così una storia di successi con ben 17 anni in Serie A, la più lunga dal 2006 al 2014, finiva nelle aule di tribunale. A seppellire il club una montagna di debiti. Le tenebre sul Catania sono calate nel 2015, momento dello scandalo “I treni del gol” con la retrocessione d'ufficio del Catania in C. Dopo anni di sofferenza in terza serie con una serie B sfiorata con Lucarelli in panchina, un ripescaggio nel 2018 annunciato e festeggiato al Cibali e poi sfumato, sono arrivati gli “eroi” della Sigi tre anni fa. Titolo sportivo salvato ma la rinascita solo a parole. Si è arrivati al fallimento del 22 dicembre scorso, a tre aste competitive per l'assegnazione del titolo sportivo. Poi lo sbarco di un signore BM arrivato da Roma che si destreggiò con pagamenti a rate e fuori tempo massimo rispetto alle scadenze dettate dal Tribunale. Poi la pagina più triste del calcio catanese il 9 aprile del 2022 con la scomparsa della matricola e del logo, tanto caro ai tifosi, dalla mappa del calcio professionistico italiano. Il sipario scese inesorabilmente tra la rabbia dei tifosi e le lacrime dei calciatori e dell’allenatore Baldinia Torre del Grifo per non aver potuto chiudere la stagione sul campo a cominciare dalla trasferta di Latina. Un finale amaro. Vergognoso per una città che per 76 anni ha contribuito a scrivere la storia del calcio italiano con i gol di Prenna, di Ciceri, Cipriani, Spagnolo, Cantarutti e per finire di Spinesi, Mascara e Bergessio. 

LA RINASCITA - La serie D è una categoria ricca di dignità e passione, ma che non ha nulla a che fare con 76 anni di orgoglio rossazzurro. L’infermo è alle spalle e ciò che interessa ai tifosi è il futuro. Riportare il Catania nel calcio professionistico è stato il primo passo di Rosario Pelligra. Attorno a lui, un gruppo di dirigenti competenti che hanno costruito il disegno di rinascita. E così non è stato disperso quel patrimonio di passione che, da sempre, caratterizza Catania. Gli abbonati al Massimino, dato incredibile, sono 11.427 e il Catabua, nella classifica nazionale di presenze allo stadio, è tra i primi 20 posti. Il tutto, al momento, è costato poco più di sei milioni di euro. Ogni operazione passa sotto gli occhi di Vincenzo Grella, amministratore delegato e braccio destro di Rosario Pelligra, poi di Luca Carra come direttore generale, Antonello Laneri come direttore sportivo e di Giovanni Ferraro come allenatore. A giudicare dall’entusiasmo della gente la risalita sarà rapida. Qui a Catania pare di essere ancora in Serie A.

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